Bimbo di sei anni morto con la varechina, tre filoni d’inchiesta

Sono ben tre i filoni d’inchiesta che ruotano intorno alla morte del bimbo di 6 anni, di Francavilla, che aveva ingerito un mix di detersivi e che è spirato dopo due mesi di ricovero nell’ospedale Pediatrico Giovanni XXIII di Bari. I primi due riguardano ciò che è accaduto in quel tragico 18 luglio nell’appartamento al terzo piano di via Capitano di Castri, a Francavilla, quando la mamma del piccolo, dopo aver ingerito un mix di detersivi, soprattutto varechina, si lanciò dalla finestra. Si scoprì poco dopo che il bambino era nella cucina dell’appartamento, in gravi condizioni dopo aver bevuto la stessa sostanza. La procura di Brindisi dovrà verificare se da parte della madre, che è tuttora ricoverata in una clinica di Milano, esistano responsabilità dolose o colpose in quanto accaduto al figlio, o se invece il bambino abbia ingerito spontaneamente la varechina. E poi se esistano responsabilità indirette di terzi nella decisione della donna di togliersi la vita, e quindi inducendola a tentare il suicidio.
Il terzo filone d’inchiesta, avviato dalla procura di Bari che ha posto sotto sequestro nelle ultime ore la salma del bambino nell’ospedale pediatrico, dovrà stabilire se esistono responsabilità dei sanitari nella morte del piccolo, le cui condizioni di salute a quanto sembra non lasciavano immaginare un decorso così tragico. Sono stati i nonni materni del bambino a presentare denuncia alla magistratura ipotizzando un caso di malasanità.
Le indagini sull’accaduto sono condotte dai carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana che, su ordine della procura di Brindisi, hanno sequestrato due telefonini al padre del bambino, dal quale la donna era separato, e uno alla stessa madre del piccolo. Quest’ultima, rispondendo con una lavagnetta a chi la interrogava, ha negato di aver responsabilità sull’avvelenamento del figlio.