Carmelo Gorini, da quasi cinque mesi bloccato in casa per via di un guasto mai riparato all’ascensore di una palazzina popolare di proprietà del Comune di Brindisi, non ce l’ha fatta: il 59enne malato di cancro si è spento ieri in quell’appartamento al secondo piano nel quale si è sentito “sequestrato” proprio nei mesi più duri della malattia, quelli in cui una semplice passeggiata all’aria aperta gli avrebbe risollevato l’umore e il fisico.
In quei condomini di via Benedetto Croce, al rione Paradiso, sono stati trasferiti gli sfollati di Parco Bove, ma le loro condizioni si sono immediatamente rivelate disastrose, tradendo quell’aspettativa di alloggio dignitoso per il quale erano state costruite.
Come più volte denunciato dal direttore de Il7 Magazine e Senza Colonne News, Gianmarco Di Napoli, nella palazzina di Gorini la parte sottostante dell’ascensore si è completamente allagata, bloccando il funzionamento della cabina: nonostante le ripetute segnalazioni agli uffici comunali competenti, i residenti non hanno ricevuto nessun riscontro, né l’amministrazione comunale ha mai preso posizione rispetto alla vicenda.
Gorini, impossibilitato a scendere a piedi per le scale, per andare in ospedale a sottoporsi alle cure necessarie era trasportato a piano terra con una sedia. E non è il solo: ci sono altri anziani e disabili, nella palazzina, che avrebbero bisogno dell’ascensore per potersi spostare liberamente.
Oltre al dolore, tra i famigliari dell’uomo serpeggia la rabbia per l’inerzia di chi avrebbe dovuto e potuto attivarsi: Carmelo è morto senza il conforto della madre, anche lei disabile, che per vedere per l’ultima volta il figlio è stata spostata al secondo piano con la sedia a rotelle.
“Ringraziamo tutti quanti, anche quelli del Comune di Brindisi, per tutto quello che hanno fatto”, ha commentato tra sarcasmo e disperazione una delle sorelle di Gorini.
Marina Poci
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