Brindisi, decarbonizzazione: accordo fra Eni e Seri per la produzione di batterie

Importante prospettiva per il futuro del polo Petrolchimico di Brindisi dopo l’ufficializzazione della chiusura dell’impianto cracking di Eni-Versalis, disposta nell’ambito del progetto di decarbonizzazione e riconversione del sito: Eni e Seri Industrial, azienda attiva nel settore degli accumulatori di energia, hanno definito un accordo per il potenziale sviluppo della filiera industriale delle batterie elettrochimiche al litio-ferro-fosfato, da impiegare per le auto elettriche e per gli impianti solari ed eolici.
Nel comunicato diffuso, Eni parla di possibilità di costituire una società compartecipata per realizzare nel sito brindisino un impianto di produzione accumuli di energia elettrica di tipo stazionario, una linea di produzione di materia attiva, input del processo produttivo, e di riciclo delle batterie, che affiancherà un impianto analogo in corso di realizzazione da Fib, società controllata da Seri Industrial, nella provincia di Caserta.
L’impegno di Eni resta quello di salvaguardare i livelli occupazionali attualmente esistenti (senza fare ricorso ad ammortizzatori sociali) e di garantire uno sviluppo industriale coerente con un sistema energetico sostenibile: “Al termine del processo la trasformazione porterà un impatto positivo dal punto di vista occupazionale, contrastando le inevitabili conseguenze negative che la crisi strutturale e consolidata del settore a livello europeo avrebbe in questo ambito. Il Piano, che sarà implementato entro il 2029, punta a investire nello sviluppo delle nuove piattaforme della chimica da rinnovabili, circolare e per prodotti specializzati, i cui mercati sono in crescita e nei quali Versalis ha acquisito una posizione di leadership. Eni punta a ridurre drasticamente l’esposizione di Versalis alla chimica di base, settore che versa in una crisi strutturale e ormai irreversibile a livello europeo, e che ha comportato perdite economiche che, in termini di cassa, hanno sfiorato i 7 miliardi di euro negli ultimi 15 anni, di cui 3 nell’ultimo quinquennio”, si legge nella nota diffusa da Eni.
Marina Poci
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