Brindisi: “Il fatto non costituisce reato”, assolti gli occupanti della scuola di via Sele

“Il fatto non costituisce reato”: con questa formula la giudice monocratica del Tribunale di Brindisi Raffaella Lopane ha assolto tutti gli occupanti della scuola di via Sele (al quartiere Perrino), riconoscendo che l’immobile è stato adibito dagli imputati a propria abitazione in considerazione dello “stato di necessità” determinato dal particolare bisogno economico e abitativo degli stessi (ai sensi dell’articolo 54 del codice penale “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona”).
La sentenza, le cui motivazioni saranno depositate entro novanta giorni, è stata pronunciata nella giornata di ieri, 18 aprile, dopo un lungo processo, iniziato durante la pandemia, che ha visto avvicendarsi diversi magistrati.
Gli imputati, ventidue in tutto, rispondevano di invasione di edificio al fine di occuparlo e di deturpamento e imbrattamento di cose altrui, per essersi stabiliti nella ex scuola elementare nell’impossibilità di reperire altro alloggio, a seguito di sfratti per morosità di cui erano divenuti destinatari: nella scuola di via Sele vi erano uomini che vivevano da soli, interi nuclei familiari, persino una donna che nell’immobile fatiscente ha affrontato la gravidanza e i primi anni di vita della sua bambina. Dopo lo sgombero disposto dal Tribunale, alcune persone sono state beneficiarie di alloggi di edilizia popolare da parte del Comune di Brindisi (che non si è costituito parte civile), altri hanno cercato e trovato soluzioni autonome.
Ieri, la conclusione della loro vicenda processuale, con il riconoscimento che l’occupazione è avvenuta a causa del particolare stato di bisogno non altrimenti risolvibile.
Del collegio difensivo hanno fatto parte gli avvocati Ilaria Baldassarre, Giacomo Serio, Ilario Manco, Valentina Demitri, Maurizio Fisiola, Cinzia Cavallo, Marcello Tamburini, Anton Giulio Leuzzi.
Marina Poci
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