
Sarebbero quattro i sanitari iscritti nel registro degli indagati del fascicolo relativo alla morte di una 56enne di Martina Franca, avvenuta qualche settimana dopo un intervento di asportazione della safena effettuato presso la clinica privata Salus di Brindisi: la PM della Procura della Repubblica adriatica, Paola Palumbo, che procede per omicidio colposo e responsabilità colposa per morte in ambito sanitario, ha notificato loro l’informazione di garanzia in vista dell’autopsia, svolta dal medico legale incaricato, Liliana Innamorato, nella giornata di lunedì 12 gennaio. L’autopsia rientra, infatti, tra gli accertamenti tecnici irripetibili (quelli che riguardano persone, cose o luoghi il cui stato è soggetto a modificazione): tale tipo di indagini impongono – perché le risultanze di tali accertamenti abbiano valore probatorio e siano opponibili nell’eventuale successivo giudizio – la notifica alle parti coinvolte, per salvaguardarne le garanzie difensive e consentire di nominare propri consulenti. Per i risultati dell’esame occorrerà attendere 90 giorni.
La donna era stata sottoposta all’intervento il 18 novembre e poi dimessa, ma già nei giorni successivi aveva iniziato ad accusare forti dolori alla gamba operata, sulla quale sarebbe poi comparso un ematoma. Recatasi più volte presso la Salus, i medici l’avrebbero rassicurata dicendole che i sintomi che accusava, a cui si era aggiunta la febbre, rappresentavano il normale decorso del tipo di intervento a cui era stata sottoposta. Le avevano quindi prescritto tachipirina, calze elastiche e una pomata.
Il 12 dicembre il tragico epilogo: la donna, costretta a letto, avrebbe accusato un forte dolore all’addome e sarebbe collassata in casa, rendendo vano l’intervento dei sanitari del 118. Nei giorni successivi i famigliari hanno presentato una denuncia, cui ha fatto seguito l’apertura del fascicolo.
Marina Poci