Con una nota a firma di Luciano Quarta, segretario generale Funzione Pubblica CGIL Brindisi, e di Francesco Pollasto, coordinatore alla Sanità dello stesso sindacato, è stato denunciato un inaccettabile episodio verificatosi nel reparto di Pronto Soccorso dell’ospedale Perrino di Brindisi, dove una paziente arrivata in gravi condizioni perché affetta da patologia classificata come “tempo-dipendente”, necessitava di un urgentissimo trasferimento in altra struttura ospedaliera per sottoporsi ad una procedura salvavita che, se la Radiologia Interventistica fosse stata riattivata, avrebbe potuto essere eseguita direttamente a Brindisi. Stando a quanto riferito dai sindacalisti, a fronte di cinque ambulanze ferme nel piazzale del Pronto Soccorso, vi era un solo autista disponibile in servizio. Motivo per cui, nella fascia pomeridiana e notturna, notoriamente più critica, l’ospedale si è trovato privo della possibilità di effettuare un trasferimento urgente, e la paziente ha dovuto aspettare di essere trasferita solo quando gli incolpevoli lavoratori presenti in servizio – come extrema ratio – hanno dovuto effettuare una ricerca tra le agenzie private per trovare un mezzo disponibile al trasporto presso l’ospedale Vito Fazzi di Lecce. A rendere la situazione, già complessa, ancora più critica, ci è anche l’assenza del servizio di reperibilità della Direzione Sanitaria: in questo modo, secondo CGIL, il personale in servizio viene abbandonato a se stesso e lasciato senza alcun riferimento istituzionale nella gestione delle criticità che si verificato di volta in volta. La carenza era già stata evidenziata a marzo, quando era emersa la mancanza di un farmaco salvavita.
Nella nota, il sindacato parla della Radiologia Interventistica, più volte data per “riattivata”, come di una “semplice mancata promessa” e di “inaccettabile gravissima responsabilità sanitaria, in quanto costringe i pazienti a pericolosi trasferimenti in altre strutture sanitarie della regione Puglia”.
CGIL, nel ricordare che il Perrino – sulla carta – è ospedale di secondo livello, nonché principale presidio sanitario della provincia, è tornata a chiedere interventi concreti e immediati, ovvero: l’attivazione effettiva della Radiologia Interventistica presso l’Ospedale Perrino, come già più volte annunciato pubblicamente; l’istituzione del reperibile della Direzione Sanitaria, figura indispensabile per la gestione delle criticità; un piano trasparente per la copertura H24 del servizio di trasporto d’emergenza, con un congruo numero di autisti operativi.
“La salute pubblica e universale – ha sottolineato il sindacato – non può dipendere dal caso o dalla buona volontà dei singoli. Serve una governance organizzata, presente e responsabile”.
Il servizio di Radiologia Interventistica è sospeso al Perrino dal 2021. In questi anni di sospensione, molti pazienti critici sono stati costretti a urgenti viaggi della speranza tra Lecce e Taranto: cosa che appare paradossale, se si pensa che l’angiografo del Perrino è uno strumento di ultima generazione, in grado di intervenire sui pazienti con maggiore precisione e con minore emissione di radiazioni.
L’assenza della relativa unità operativa complessa è drammaticamente a gennaio del 2024, in occasione del ricovero dello sfortunato steward e padre di famiglia brindisino Antonio Picciolo, giunto al Pronto Soccorso dell’ospedale Perrino con un’emorragia cerebrale in atto e costretto, dalla mancanza del servizio, ad essere trasportato d’urgenza presso l’ospedale Santissima Annunziata di Taranto (nel cui reparto di Rianimazione, purtroppo, morì tre giorni dopo a causa del peggiorare delle sue condizioni, aggravatesi nell’attesa).
Marina Poci