Brindisi: uno psicopatico tortura e uccide i gatti

Che a Brindisi ci sia uno psicopatico che da un paio di anni a questa parte se ne va nottetempo in giro per le colonie feline a caccia di gatti e gattini da torturare ed uccidere è cosa ormai risaputa.
A denunciare all’Autorità Giudiziaria, e non solo sui social, questi efferati crimini – che, per il codice penale italiano sono catalogati come “delitti contro il sentimento per gli animali”, in quanto per il legislatore italiano la parte lesa non è la povera bestia seviziata o ammazzata, ma la collettività dei cittadini che prova, giustamente, orrore e ripugnanza per questo genere di comportamenti delittuosi – ci hanno pensato alcune associazioni animaliste e persone meritevoli che dedicano gran parte del loro tempo alla cura dei gatti randagi delle nostre colonie feline.
Ricordiamo che per colonia felina si intende un gruppo di gatti che vivono in libertà e frequentano lo stesso luogo, come tali sono censite dal Comune e sono tutelate dalle leggi e dal regolamento comunale, vengono affidate a curatori, simpaticamente definiti gattari o gattare, dotati di apposito patentino che se ne prendono cura nel rispetto delle norme igienico sanitarie per la salute pubblica ed il contenimento della popolazione felina tramite sterilizzazione gratuita in ASL, ed è fatto divieto a chiunque di allontanarli o maltrattarli.
Con riferimento ai casi di uccisioni e torture, il personale della Polizia Giudiziaria, su delega della Procura della Repubblica, sta provvedendo alle necessarie indagini per giungere alla identificazione del responsabile, su cui vi sono già corposi sospetti, e poterlo consegnare alla giustizia, in modo che riceva una adeguata punizione.
Certo, affinchè il cerchio attorno a questo individuo si possa stringere sempre di più è utile, come sempre in questi casi, che chi ha visto o sa qualcosa non taccia, ma vada a riferirlo alle forze dell’ordine, le quali potranno così aggiungere un tassello alle prove già raccolte ed imprimere la svolta decisiva alle indagini.
Appare cosa estremamente utile – tornando alle previsioni del Codice Penale che, con la riforma del 2004, ha notevolmente aumentato le pene – evidenziare cosa rischia, una volta condotto dinanzi al giudice, questo individuo, anche per scoraggiare qualcuno che, per spirito di emulazione, sadismo o semplice idiozia, ne voglia imitare l’insano comportamento.
Chi uccide per crudeltà e senza necessità un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni; chi lo ferisce o lo sottopone a sevizie è punito con la reclusione da tre e diciotto mesi o con la multa da cinquemila a trentamila euro e la pena è aumentata della metà se alle sevizie segue la morte (per cui si giunge fino a due anni e tre mesi di reclusione e quarantacinquemila euro di multa); e non è finita qui, dal momento che in un caso come questo scattano anche un paio di circostanze aggravanti, quali l’aver agito per motivi abietti e futili, e in circostanze di tempo e luogo, cioè di notte e di nascosto, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa, il fatto di agire nei confronti di animali censiti in regolari colonie feline e, soprattutto, aver reiterato più volte il delitto, comportano ulteriori e cospicui aumenti di pena, per cui si vengono a superare i fatidici tre anni di reclusione che portano a spalancarsi le porte del carcere. Se, poi, dovesse essere preso con le mani nel sacco, intento ancora una volta a torturare ed uccidere povere bestiole indifese, potrebbe anche essere processato e condannato per direttissima.
A tutto ciò si aggiunge che nel corso del processo penale vi sarà la certa costituzione di parte civile sia del Comune di Brindisi, proprietario delle colonie feline, che di svariate associazioni animaliste sia locali che nazionali, che pretenderanno anche la condanna al risarcimento dei danni che non sarà, certamente, di poco conto.
Qualora il soggetto dovesse essere ritenuto infermo di mente, saranno le strutture psichiatriche a prendersene cura, fermo restando le misure coattive per la evidente pericolosità sociale ed il rischio di reiterazione di reato.
Un caso a parte, ma che merita adeguata riflessione, è rappresentato dall’investimento di gatti da parte di automobilisti indisciplinati nei pressi delle colonie feline che poi si allontanano senza prestare o attivare i soccorsi per l’animale ferito: in questo caso l’art.189 del nuovo codice della strada prevede multe molto salate: fino a 1.691,00 euro per il responsabile dell’incidente e fino a 337,00 euro per gli altri coinvolti nell’incidente, come ad esempio i terzi trasportati le controparti.
Per questo a Brindisi, fra i primi comuni pugliesi a farlo, attraverso il “progetto sicurezza stradale – tutela della colonie feline”, voluto dall’associazione Micetti di Brindisi e la Fondazione Virio, neim pressi di alcune colonie feline è stata apposta idonea segnaletica che invita gli utenti della strada a rallentare per la presenza di gatti.
Già in passato più remoto vi erano stati singoli episodi di sevizie nei confronti di animali di cani o gatti, tutti ricorderanno con raccapriccio il gattino che nel periodo di capodanno fu letteralmente sventrato dall’esplosione di un petardo ed anche i casi di avvelenamento di cani e gatti, ma anche di anatre nel Parco Urbano del Cillarese, con esche topicide, ma mai si era registrata la presenza e l’azione reiterata di un emulo dei serial killer, come sembra essere il caso attuale.
Il suo modus operandi, da quel che è dato sapere, è da brividi, dal momento che usa un martello a rampone, per staccare code, zampe, sfondare i crani, ad alcuni gatti ha messo la colla sugli occhi, e strazia con egual crudeltà sia gatti adulti che micetti, portandoli alla morte, fra atroci sofferenze, con una crudeltà infinita.
I sospetti si sono incentrati, come accade spesso in casi analoghi, su un soggetto apparentemente insospettabile ma ovviamente, essendo ancora in corso le indagini, nessuno ne può divulgare l’identità; certo è che sarebbe cosa estremamente utile avere indicazioni precise da parte di chi sa o ha visto qualcosa, ma fino ad oggi ha preferito tacere.
È evidente che non vi possono né devono esserci silenzi ed omertà che possano favorire l’autore di tal genere di crimini o che possano consentire allo stesso di reiterare i suoi raccapriccianti delitti.
Latore di un appello alla collettività perché si collabori con le forze dell’ordine per giungere alla sua cattura, si fa anche un amministratore comunale, da sempre sensibile agli argomenti di tutela degli animali, l’assessore Ercole Saponaro: “avendo tra le mie deleghe assessorili anche il Benessere Animali, sono molto preoccupato di ciò che sta avvenendo in città. Questa persona indegna che tortura e uccide piccole anime indifese sono certo che sarà al più presto assicurato alla giustizia. Spero tanto che ogni cittadino che dovesse vedere comportamenti strani e di violenza possa collaborare per individuare, anzi, avere la prova certa che i sospetti di tutto il mondo animalista sull’identità di questo vigliacco, vengano confermati e si proceda una buona volta nei suoi confronti.”
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