Brindisi, utilizzarono telefoni cellulari in carcere: indagati in 41

Avrebbero violato l’articolo 391 comma terzo del codice penale, che dispone il divieto di introdurre, detenere o utilizzare telefoni cellulari in carcere: per questo 41 detenuti della casa circondariale di Brindisi sono indagati dalla Procura della Repubblica messapica e rischiano una pena che può andare da un minimo di uno a un massimo di quattro anni di reclusione.
Da quanto accertato dalla Polizia Penitenziaria, che ha condotto le indagini dirette dalla Procura a seguito del ritrovamento e sequestro di un microtelefono in una cella, durante il soggiorno in carcere gli indagati dalla loro cella avrebbero avuto, con i telefonini introdotti in modo da eludere i controlli, numerose conversazioni (e non solo con i propri familiari). I fatti contestati sono avvenuti da marzo a dicembre del 2023 e le modalità con cui i telefonini sarebbero entrati in carcere sono ancora in fase di accertamento.
A tutte le 41 persone coinvolte, alcune delle quali sono ancora in stato di detenzione per altri reati, mentre altre invece sono tornate in libertà, è stato notificato avviso di conclusioni delle indagini preliminari.
Gli indagati hanno ora venti giorni di tempo per poter presentare memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa ad investigazioni del difensore, chiedere al PM procedente il compimento di atti di indagine, nonché presentarsi per rilasciare dichiarazioni, oppure chiedere di essere sottoposti ad interrogatorio.
Marina Poci