Un uomo è morto nella serata di mercoledì 22 maggio a bordo di una nave mercantile che si trovava a 13 miglia a largo del porto di Brindisi: per tentare di salvarlo dall’arresto cardiaco che gli è poi stato fatale, i militari della Capitaneria di Porto di Brindisi hanno utilizzato per la prima volta il defibrillatore donato dall’associazione “Batti un colpo” alla città, sito nei pressi dei giardinetti della stazione marittima.
Il personale della nave, in attesa dell’arrivo dei soccorsi, è stato guidato telefonicamente dai medici del CIRM (Centro Internazionale Radio Medico) alle manovre di rianimazione manuale e successivamente, anche con l’uso del defibrillatore portato a bordo della stessa motonave dal personale della motovedetta della Capitaneria.
Per scongiurare la morte cardiaca improvvisa, è fondamentale attivare quanto prima la cosiddetta “Catena della sopravvivenza”, il cui obiettivo è, per l’appunto, garantire tempestivamente un primo soccorso efficace, in attesa dell’intervento del personale sanitario del 118. Il defibrillatore rappresenta il miglior dispositivo da avere a disposizione per far fronte ad un arresto cardiaco.
Defibrillare entro 3-5 minuti dall’inizio dell’arresto cardiaco può aumentare la sopravvivenza fino al 50-70 per cento. La tempestività è fondamentale. Ogni minuto passato senza defibrillatore riduce del 10 per cento le possibilità di sopravvivenza. Un arresto cardiaco, non prontamente trattato, comporta, entro 10 minuti, danni cerebrali irreversibili.
“Come associazione siamo vicini ai familiari del marittimo scomparso e confermiamo l’importanza del nostro progetto: quello di rendere Brindisi città cardio-protetta” riferiscono i rappresentanti dell’associazione.
È nell’ambito del progetto, tra giugno e luglio, che l’Associazione farà istallare un defibrillatore al quartiere Casale, grazie ai contributi raccolti con l’iniziativa “Sorsi e Morsi a San Martino”, al sostegno delle cantine vinicole partecipanti, ai salvadanai di Confesercenti e ConfCommercio nelle attività commerciali, a un imprenditore locale e ad alcuni cittadini e pensionati proprio del rione Casale.