Caso Picciolo: aperta inchiesta per omicidio colposo, già eseguita l’autopsia

È stata eseguita dal dottor Biagio Solarino, medico legale, e dal dottor Luigi Chiumarulo, neurologo con specializzazione in radiodiagnostica, l’autopsia sul corpo di Antonio Picciolo, l’uomo di 39 anni morto all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, dov’era stato “dirottato” per via dell’assenza al Perrino di Brindisi del servizio di Radiologia Interventistica, e quindi di un medico in grado di operare l’emorragia cerebrale evidenziata dalla tac.
I risultati completi saranno tra 90 giorni sul tavolo del Pubblico Ministero Francesco Carluccio, titolare del fascicolo aperto per l’ipotesi di reato di omicidio colposo in ambito sanitario, al momento contro ignoti: tra i quesiti rivolti dal PM ai suoi due consulenti vi è quello di determinare la causa o le cause del decesso e di stabilire se vi siano eventualmente state condotte omissive da parte dei medici che abbiano provocato o concorso a provocare la morte del paziente.
All’esame autoptico era presente anche il perito di parte della famiglia di Picciolo, che per la tutela dei propri diritti si è rivolta a Giesse Risarcimento Danni Brindisi, il cui referente, Giuseppe Vacca, ha dichiarato: “Riponiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura e faremo il possibile per stare accanto alla famiglia, consapevoli che eventuali responsabilità sanitarie, nel caso ci fossero, emergeranno durante le indagini. La cosa importante, al momento, è dare risposte certe ai familiari per la morte di Antonio che ha lasciato un dolore e un vuoto inimmaginabili”.
Picciolo, sposato e padre di due bimbi, si sentì male lo scorso 6 gennaio: stava lavorando come steward in una discoteca alla periferia di San Pietro Vernotico quando, poco dopo le 23, accusò un forte mal di testa, tanto da richiedere l’intervento dei sanitari del 118 che lo trasportarono all’Ospedale Perrino.
Qui fu sottoposto ad una tac cranica, che evidenziò un’emorragia cerebrale da trattare chirurgicamente.
L’assenza nell’ospedale di Brindisi di un medico radiologo interventista impedì però il ricovero per effettuare l’intervento salvavita.
Attese tre ore prima di poter essere trasportato al Santissima Annunziata di Taranto: tre ore che, con un’emorragia cerebrale in atto, gli furono fatali, portandolo alla morte il 9 gennaio.
Nelle settimane successive alla morte del 39enne brindisino si sono moltiplicate le speculazioni, anche politiche, sulla mancanza al Perrino del servizio di Radiologia Interventistica, mancanza che obbliga i pazienti del brindisino a dover affrontare, spesso in condizioni gravissime, viaggi verso Taranto o Lecce. Dopo le immediate assicurazioni di una apertura prossima, a più di un mese dal caso Picciolo, però, l’Assessorato alla Salute della Regione Puglia naviga ancora in alto mare.
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