di Gianmarco Di Napoli per IL7 Magazine
ècome se “Porta a Porta” si fosse trasferita in piazza Ognissanti, nel cuore di Ceglie Messapica, finora famosa sì per la gastronomia, ma non certo per la politica. E invece un salottino spartano allestito su un palco e l’inconfondibile chioma canuta di Angelo Maria Perrino, direttore di Affaritaliani.it, il primo quotidiano d’informazione digitale (fondato nel 1996), hanno trasformato questa posto – in cui di sera le parole vengono condite dall’inebriante profumo di fegatini arrosto – nel cuore pulsante della politica italiana.
Sulle poltroncine bianche sono sfilati per le opposizioni i parlamentari Francesco Boccia, Guido Crosetto, Antonio Misiani, Ettore Rosato e Dario Stefano. E poi, per il governo, il ministro per il Sud Barbara Lezzi e i parlamentari Gianfranco Rotondi e Luigi Vitali. E ancora, forse nel momento clou della tre giorni de “La Piazza”, il governatore della Puglia Michele Emiliano e il sottosegretario del ministero ai Trasporti, il leghista Armando Siri. Ma il vero colpo ad effetto arriva con il fuori programma: venerdì 7 settembre, alle ore 20.30, ospite il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Si trasloca in piazza Plebiscito, per questioni di spazio-
Direttore, come sei riuscito a portare a Ceglie, in piazza, il capo del Governo?
“Avevo tentato di portarlo a Ceglie durante la tre giorni ufficiale, ma gli impegni istituzionali non lo consentivano. L’idea di organizzare per il 7 settembre è stata di Rocco Casalino. Mi ha detto: l’8 veniamo a Bari per l’inaugurazione della Fiera del Levante, potremmo fare la sera precedente. La conferma l’ho avuta l’altra notte, quando durante uno dei tanti momenti di insonnia ho acceso il computer e ho letto il comunicato stampa ufficiale di Palazzo Chigi che annunciava per venerdì la presenza del presidente del Consiglio a Ceglie Messapica, intervistato da Angelo Maria Perrino”.
E’ un’occasione accattivante. Conte in fondo è una sorta di oggetto misterioso, senza dubbio il presidente del Consiglio meno conosciuto.
“Penso che sia un regalo fantastico per la nostra terra. Vediamo di conoscere meglio questo premier che sono sicuro sia un personaggio destinato a crescere nel tempo. Del resto abbiamo visto come sia naufragato un premier rumoroso come Renzi e al contrario sia uscita fuori positivamente la figura pacata di Gentioni. Scommetto su Conte e il mio è l’unico giornale in Italia a puntare su questo governo del cambiamento, a sostenere l’alleanza tra Lega e M5S. Sì, è vero, si tratta di due realtà diverse tra loro, ma questo Paese ha bisogno di discontinuità e anche di un briciolo di scompiglio. Gli americani lo chiamano “disruption”: un cambiamento così potente da trasformare in breve una società. Il ministro Lezzi ha detto in piazza che la gente percepisce tutto questo come l’ultimo treno”.
Nell’ultima settimana molti dei temi discussi nella Piazza sono rimbalzati anche sui media nazionali, i cronisti politici sono venuti a seguire ogni tua intervista. E’ diventato una specie di Porta a Porta versione estiva.
“A Porta a Porta mi ci stai facendo pensare tu in questo momento. La formula che ho proposto è quella del banchetto rispetto alle poltrone dei politici e mi sono rifatto un po’ a Bonta loro di Maurizio Costanzo in cui lui fingeva di parlare all’orecchio e abbassava le difese degli ospiti. E i risultati sono arrivati: Emiliano ha innescato una serie di terremoti, sul Pd, sulla sua ricandidatura alla presidenza e sulla sanità”.
L’altro obiettivo centrato è stato quello di spostare in un piccolo comune del sud un dibattito di portata nazionale, alla vigilia della riapertura di una stagione politica importantissima per questo Paese.
“Su questa cosa mi sono giocato le ferie ma ne è valsa la pena. Noi cronisti, dopo la pausa estiva, siamo abituati da anni a riprendere contatto con la grande politica partecipando ai meeting classici che riaprono il dibattito come il Forum Ambrosetti che si tiene nella prima settimana di settembre a Cernobbio, sul lago di Como. O come i meeting di Rimini o di Cortina. Quest’anno c’è stata Ceglie Messapica, che nella politica nazionale non era conosciuta da nessuno. Devo dire, con un briciolo di presunzione, che la mia credibilità ha fatto il miracolo. Ho raccolto questo risultato dopo una semina di tanti anni di professionalità e l’ho messo a disposizione della mia terra”.
Di Ceglie nella grande politica si è parlato ricordando i natali di Rocco Casalino, portavoce del premier Conte ma considerato un esponente di primissimo piano all’interno del governo. Quanto conta davvero?
“Con Casalino esiste una gradevole collaborazione suggerita dai comuni natali cegliesi. E’ venuto qualche giorno ad agosto, nella prima telefonata che mi ha fatto ha salutato così: ciao compa’. Quanto conta? In una scala da zero a 100 direi 120. Le critiche nei suoi confronti sono uno dei tanti errori del nostro giornalismo autoreferenziale e romanocentrico che ha pensato che Rocco fosse un pirlotto venuto fuori dal Grande fratello. E invece è un ingegnere, un hacker con una grandissima cultura digitale che ha incontrato il vecchio Casaleggio, è cresciuto in Tele Lombardia. Ed è un uomo solido perché ha trascorso un’infanzia difficile, con la famiglia emigrata in Germania. Dentro è roccioso. Rispetto a tanti portavoce, lui è uno che può dire la sua”.
Hai avuto il coraggio di monopolizzare la piazza del paese per tre giorni senza proporre spettacoli ma dedicando tutto lo spazio alla politica. Qual è stata la reazione della gente del paese?
“La piazza è stata gremita per tutte e tre le sere, anche nelle viuzze laterali. Non è vero che la politica non interessa più, se la sai proporre i cittadini rispondono. I politici sono più bravi, attenti e anche ritmati. L’orgia di talk show li ha istruiti. E dall’applausometro, quello ha convinto di più è stato addirittura il sottosegretario leghista Siri, quello che ha proposto la Flat tax, con la riduzione delle tasse per tutti del 15%. E’ stato un segnale intelligente della piazza rispetto alla freschezza dei temi di cui si è dibattuto”.
Venerdì intervisterai il presidente del Consiglio, qual è il personaggio che vorresti portare in piazza il prossimo anno?
“Il mio staff dice che ci vorrebbe il Papa. A Ceglie dovremmo valorizzare le reliquie di Sant’Aurelia che quasi nessuno sa che sono custodite in un convento dei passionisti, nascoste dietro a un altare. E poi a Latiano c’è il culto di Bartolo Longo. Insomma, magari unendo le forze sarebbe bello portare il Papa in questa terra. Ma nel frattempo vieni a seguire l’intervista a Conte: ti assicuro che sarà una sorpresa per tutti”.