di Alessandro Caiulo
Il 4 giugno del 1972, cinquanta anni fa, il Brindisi del Commendatore Franco Fanuzzi, allenato dal giovane e promettente tecnico Luis Vinicio, sbaragliando una agguerrita concorrenza, vinse il campionato di serie C ed approdò alla cadetteria nazionale con due giornate di anticipo.
Per celebrare degnamente il cinquantesimo anniversario ripercorriamo, velocemente, le tappe che portarono a questo trionfo sportivo.
Nell’estate del 1971 Fanuzzi richiamò in panchina Vinicio che già aveva allenato il Brindisi nel campionato 1969/70, sfiorando la promozione, e dal momento che anche nella stagione 1970/71 la squadra si era ben comportata, giungendo terza in classifica, ridiede fiducia a gran parte della rosa.
Siccome l’obiettivo prefissato era unicamente la vittoria del campionato, fece giungere fior di giocatori come lo stopper Flavio Fiorini, che già aveva giocato in biancazzurro, il centrocampista Salvatore Lombardo, nato a Brindisi, ma solo per caso in quanto i genitori erano di passaggio in città quando si verificò il lieto evento, e l’ala Gianni Comini, tutti e tre militanti nella Reggina in serie B; dal Matera prelevò il biondo centrocampista Diego Giannattasio e dalla Lazio il centravanti Mario Tomì, che tutti ricordano ancora per i suoi curiosi capelli a caschetto.
Gli altri componenti della rosa, cioè i riconfermati, erano i portieri Giorgio De Rossi e Giuseppe Maschi, a cui vi è da aggiungere il giovanissimo prodotto del vivaio locale Ubaldo Novembre, i terzini Tonino La Palma, brindisino doc, e Aldo Sensibile, che per le sue origini il commendatore chiamava affettuosamente “lu poppitu”, il libero Mario Cantarelli, il mediano Mario Brugnerotto, al decimo campionato con la maglia del Brindisi, i centrocampisti Franco Castelletti, Mimmo Renna, il vecchietto del gruppo con i suoi 35 anni che per i canoni dell’epoca erano considerati già una veneranda età in capo a un calciatore, Aldo Bellan e Michele Mazzei, il centravanti Bernardino Cremaschi, soprannominato Blek l’invincibile, e l’ala Giorgio Girol.
Il Brindisi iniziò la stagione in maniera soddisfacente: dopo il pareggio per 1 a 1, con rete di Girol, sul difficile campo di Frosinone, inanellò ben tre vittorie consecutive ai danni di Siracusa (1 a 0 rete di Comini), Acireale che, all’epoca, si chiamava Acquapozzillo (2 a 0, doppietta di Cremaschi) e a Martina Franca (2 a 0 con reti di Tomì e Cremaschi), ma poi giunsero tre insipidi pareggi a reti bianche con Lecce, Turris e Matera e la prima sconfitta, il 31 ottobre 1971, per 1 a 0 a Trani, con i nordbaresi che operarono il sorpasso e si posero in vetta alla classifica.
Fanuzzi e Vinicio strigliarono per bene i loro ragazzi e, la domenica successiva, capitan Renna e compagni schiantarono il Crotone con reti di Cremaschi e Comini, intervallata dalla pregevole marcatura proprio del vecchio capitano.
Un altro pareggio a reti bianche in quel di Pescara, squadra di bassa classifica, destinata alla retrocessione, convinse il Commendatore a mettere nuovamente mano al portafoglio e, approfittando della riapertura del calcio mercato, mise sotto contratto Giancarlo Ferrari, l’attaccante che pur vestendo la maglia con la V sul petto solamente per sette mesi, segnò in positivo la stagione biancazzurra, entrando di diritto nell’Olimpo del calcio brindisino.
Esordio col botto del nuovo attaccante con vittoria di prestigio per 3 a 1 (reti di Comini e Cremaschi oltre che dello stesso Ferrari), seguita da un pareggio per 0 a 0 a Messina ed altro squillante successo ai danni del Cosenza (3 a 0 con marcature di Renna, Cremaschi e Ferrari).
La delusione della sconfitta di misura a Caserta fu subito mitigata da un filotto di quattro vittorie consecutive contro Pro Vasto (2 a 0 con reti di Lombardo e Ferrari), Savoia (2 a 1 con reti di Giannattasio e Ferrari), Potenza (1 a 0, Comini) e 4 a 1 contro gli odiati nemici del Chieti (doppietta di Renna e reti di Castelletti e Comini).
Purtroppo il girone di andata terminò con la inattesa sconfitta per 2 a 0 ad Avellino, il che consentì ai cugini leccesi di affiancare il Brindisi in vetta alla classifica, dandogli speranza di poter ambire alla vittoria del campionato, con tutto un girone ancora da disputare.
In effetti da quel momento e per i successivi tre mesi fu un testa a testa fra biancazzurri e giallorossi, mentre il Trani, pian piano, si defilava dalla lotta per la vetta della classifica.
Ma la formazione allenata da Vinicio aveva qualcosa in più e, allora, fino alla matematica promozione in serie B non perse più una partita, mettendo insieme ben 17 risultati utili consecutivi, con 26 gol realizzati ed appena 6 subiti: nessuno avrebbe potuto reggere un ritmo del genere.
Il girone di ritorno cominciò con la vittoria di misura sul Frosinone, griffata da una rete di Aldo Sensibile, poi 1 a 1 a Siracusa con marcatura di Ferrari, vittoria corsara ad Acireale con rete di Renna ed il 3 a 1 (doppietta di Ferrari e rete di Giannattasio) sul Martina che diede nuovamente il primato solitario al Brindisi, che lo avrebbe mantenuto fino al termine del campionato.
Si giunge al derby col Lecce in programma al Comunale di via Benedetto Brin il 5 marzo 1971, la partita terminò, con qualche rammarico, 0 a 0; una vittoria avrebbe probabilmente scoraggiato gli avversari dal perseverare nell’inseguimento, ma nel calcio è bello avere a che fare con un degno avversario e il testa a testa infervorava ancora più la tifoseria biancazzurra.
La domenica successiva ci pensa ancora una volta il leccese Sensibile a mettere in cassaforte la vittoria col la Turris, mentre il pareggio del Lecce a Cosenza faceva aumentare momentaneamente il vantaggio in classifica. Due pareggi consecutivi con Matera (0 a 0) e Trani (1 a 0, rete di Ferrari) misero nuovamente a rischio il primato, ma le due successive vittorie (3 a 0 a Crotone con doppietta di Cremaschi e rete di Castelletti ed 1 a 0 col Pescara con rete di Renna) rimisero le cose a posto ed il pareggio a Salerno, con altra rete di Renna, fu considerato un risultato positivo ed in linea con le esigenze di classifica della capolista, anche se il Lecce non accennava a demordere
Il 30 aprile il Brindisi sconfisse il Messina con un secco 2-0 firmato da Ferrari e Giannattasio, mentre Cremaschi colse il suo decimo legno stagionale! Anche questo un record da annotare sul taccuino!
La domenica successiva un nuovo pareggio a Cosenza, con rete di Cremaschi, seguita dalla vittoria per 1 a 0, con Ferrari in gol, sulla Casertana; ancora un pareggio, questa volta a reti bianche a Vasto, prima della partita che, pur non assicurando ancora la aritmetica vittoria del campionato, sicuramente segnò la svolta e fece sognare a occhi aperti gli allora 70.000 abitanti che popolavano la città e buona parte dei 300.000 abitanti della provincia: 5 a 0 ai danni del Savoia con gol di Ferrari, doppietta di Lombardo e reti di Bellan e Cremaschi, mentre il Lecce non andò al di là del pareggio contro la Casertana.
Tre punti di vantaggio a tre giornate dal termine del campionato, quando la vittoria assegnava solamente due punti in classifica, erano un margine di sicurezza notevole, anche perché il 4 giugno 1972, mentre il Lecce doveva affrontare la insidiosa trasferta di Vasto, squadra che in classifica era a ridosso delle grandi in zona che oggi definiremmo play off, i biancazzurri erano impegnati in casa col Potenza, formazione tutt’altro che irresistibile, specialmente lontana dalle mura amiche.
Il Campo Sportivo Comunale era già pieno e ribollente di tifo ed entusiasmo, in un tripudio di vessilli biancazzurri, quando mancavano ancora due ore al fischio iniziale: ogniqualvolta qualcuno, giocatore, dirigente o collaboratore, metteva il naso fuori dallo spogliatoio un boato si alzava dagli spalti come se si fosse assistito ad un gol.
Questa la formazione messa in campo da Vinicio: De Rossi fra i pali, Sensibile e La Palma terzini, al centro della difesa il libero Cantarelli e lo stopper Fiorini, a centrocampo Castelletti, Renna e Giannattasio, in cabina di regia Lombardo, mentre la coppia di attacco era formata dai due bomber Ferrari e Cremaschi
I biancazzurri fecero appieno il proprio dovere battendo i lucani per 4 a 1, con reti di Lombardo e Cantarelli e doppietta di Blek Cremaschi e quando, pochi minuti dopo il triplice fischio, ai diecimila che affollavano le tribune del Comunale di via Benedetto Brin, rimasti fermi e col fiato sospeso, lo speaker (non vi erano né cellulari, né internet, né televideo mezzo secolo fa) comunicò, dopo la rituale pubblicità di orologi e liquori, con la voce resa metallica e rimbombante dagli altoparlanti dell’epoca, che il Lecce aveva addirittura perso e il vantaggio in classifica, salito a cinque punti, era divenuto incolmabile, un urlo selvaggio, prolungato e primordiale squarciò i cieli di Brindisi come un rombo di tuono: serie B, serie B, serie B! La festa, spontanea e selvaggia, come spontanei e sanguigni eravamo noi brindisini a quell’epoca, potette avere inizio e fu una vera baraonda che dilagò in città come un fiume in piena che travolse ogni argine: ai diecimila accalcati sulle tribune del Benedetto Brin se ne aggiunsero altrettanti, se non di più, che scesero in piazza ed invasero le strade, ed altre migliaia di persone, soprattutto donne, si affacciarono dai balconi per gridare al mondo intero tutta la propria gioia.
All’epoca non avevo ancora 10 anni, ma certe cose rimangono scolpite nell’anima per sempre ed anche se non si può vivere di ricordi, è pur sempre vero che i bei ricordi aiutano a vivere meglio.
La promozione del Brindisi in serie B, al termine della stagione 1971/72, resa ancora più dolce dal fatto che a capitolare erano stati gli “odiati” – sportivamente parlando – cugini leccesi, consegnò alla storia De Rossi, Sensibile, La Palma; Cantarelli, Fiorini, Castelletti; Renna, Giannattasio, Ferrari, Lombardo e Cremaschi, ma anche i rincalzi Maschi, Comini, Girol, Tomì, Mazzei, Bellan e Longo, vale a dire i magnifici 18 che componevano la striminzita rosa di calciatori che, magistralmente guidata da Luis Vinicio, approdò con pieno merito, nella cadetteria nazionale e la città, ancora una volta, a quattro anni di distanza dalla già ritenuta storica promozione in serie C, era nuovamente in festa per la ancor più grande impresa compiuta dai ragazzi con la V sul petto.
La festa, questa volta meno spontanea e più organizzata, ma non per questo meno coinvolgente e partecipata, riprese due settimane dopo, in occasione dell’ultima gara di campionato, quando ospite di turno e vittima sacrificale sull’altare della gloria biancazzurra fu l’Avellino, battuto per 3 a 1, grazie alle reti di Renna, Comini e Cremaschi, che fu così, anche il capocannoniere del Brindisi.
In migliaia sfilarono, fin dal primo mattino, lungo i corsi e giù alla marina ed il culmine della goliardia si raggiunse con la messa in scena dei funerali del Lecce: decisamente erano altri tempi e, soprattutto, altro Brindisi.