
Arriva al capolinea giudiziario la vicenda della Cittadella della Ricerca e della sua foresteria: il presidente e liquidatore della società (dichiarata fallita il 5 dicembre 2013) Antonio Andreucci, i componenti dei due consigli d’amministrazione che si sono succeduti e il collegio sindacale, dodici persone in tutto, sono indagati per bancarotta fraudolenta dopo il fallimento della Cittadella e le indagini condotte dalla guardia di finanza.
Un pentolone scoperchiato dall’allora presidente della Provincia, Massimo Ferrarese che denunciò gli affari che avvenivano intorno alla Cittadella e alla sua Foresteria, divenuta un vero e proprio hotel.
Gli indagati sono, oltre ad Andreucci, il presidente del cda Vitantonio Gioia, i due vicepresidenti Luigi Barone e Fulvio Faggiano, i consiglieri Alfredo Anglani, Annunziato Masiello, Giuseppe Angelo Santoro, Giuseppe Simone e Alessandro Gianicolo, i componenti del collegio sindacale Marco Botrugno, Fabio Lucio Palumbo e il direttore della Cittadella della Ricerca Angelo Colucci. Sono tutti accusati di bancarotta fraudolenta aggravata dall’entità del danno patrimoniale per aver concorso a cagionare il dissesto della società e poi il fallimento, effettuando operazioni dolose e, per i sindaci, omettendo il dovuto controllo sull’operato dei componenti del cda.
Andreucci, presidente del cda dal dicembre 2009 al marzo 2012 e poi liquidatore, è accusato di anche di aver distratto testi scientifici per un valore complessivo di trentamila euro.
Entrando nello specifico delle accuse, gli indagati sono accusati di aver notevolmente incrementato i costi del personale, nonostante le difficoltà societarie, le perdite d’esercizio (superiori a un terzo del capitale sociale già nel 2008), la riduzione del capitale sociale deliberata nel 2009. Invece, a partire dal 2005, il cda – nonostante queste difficoltà – deliberò di assumere i dipendenti del Pastis Cnrsm (socio di Cittadella della Ricerca e in liquidazione dal dicembre 2003) assegnandoli in parte agli uffici di amministrazione e segreteria e in parte a lavori di manutenzione. E nonostante ciò, affidando i lavori di manutenzione a ditte esterne. Inoltre – sempre in questa situazione di difficoltà – il cda nel 2007 nominò direttore Colucci riconoscendogli un’indennità annua lorda di funzione di 12.500 euro confermandola per il 2009 e prevedendo dall’agosto dello scorso anno anche la figura del dirigente nella persona dei Giuseppe Acierno. Nel luglio 2009 il cda deliberò di riconoscere ai dipendenti alcuni incentivi nonostante le perdite di capitale intervenute.
Altra responsabilità attribuita agli indagati è la mancata riscossione dei crediti per un valore di oltre 300mila euro e la scelta di non intraprendere azioni legali volte alla loro riscossione. Crediti vantati nei confronti dell’Amministrazione provinciale, dei soci Assiform Europe, Enterprise Digital Architects e Università del Salento, e dello stesso Andreucci.
Ma soprattutto viene imputata la mancata riscossione da “Foresteria Spa” di oltre 5 milioni di euro a titolo di canoni di locazione maturati tra il 2006 e il 2012 e altri 100 mila euro per canoni condominiali riferiti allo stesso periodo.
Viene anche contestato l’utilizzo della somma di un milione di euro, oggetto di un finanziamento deliberato dal Cda nel 2009 (stesso anno in cui era stata decisa la riduzione del capitale sociale) e finalizzato a estinguere i debiti con le banche. Solo una parte della somma fu utilizzata per quel fine, la restante per saldare altri debiti tra cui pagamenti in favore degli stessi amministratori e dei sindaci.
Qualche tempo dopo il suo insediamento alla presidenza della Provincia, Massimo Ferrarese si rese conto delle stranezze dei bilanci della Cittadella ma soprattutto del singolare funzionamento della Foresteria. I gestori della struttura, creata per dare alloggio alle aziende e agli utenti della Cittadella Ricerca, l’avevano trasformata in un vero e proprio hotel, con tanto di nome: “Hotel residence foresteria dei congressi”; e di tariffario: da 60 euro in su. Prezzi stracciati insomma, tali da sbaragliare la concorrenza, e da provocare le ire dei veri albergatori di Brindisi e Mesagne, che sulla questione ingaggiarono una battaglia sia legale che amministrativa.
Ferrarese decise di mettere in liquidazione la Foresteria e dichiarò pubblicamente nel corso di un Consiglio provinciale di aver individuato una serie di irregolarità. Il giocattolo si era ormai rotto. Successivamente anche la Cittadella venne dichiarata fallita. Ora la clamorosa svolta giudiziaria con i dodici indagati in un’indagine coordinata direttamente dal procuratore della Repubblica di Brindisi, Antonio De Donno.