Condannato a 20 anni il killer di Massimo Lodeserto, ucciso a martellate e nascosto in cantina

Si è concluso oggi, 14 gennaio, il processo celebrato con rito abbreviato presso il Tribunale di Torino per l’assassinio di Massimo Lodeserto, l’operaio 58enne originario di Oria, scomparso il 30 agosto 2023 e il cui corpo fu ritrovato il 4 dicembre dello stesso anno nella cantina di un condominio di case popolari nel centro storico della città sabauda: per l’omicidio e l’occultamento del cadavere è stato condannato a 20 anni di reclusione Nino Capaldo, 58 anni, pregiudicato di Frattamaggiore (Napoli), già affiliato al clan di camorra Gagliardi-Fragnoli, che si trovava a Torino in quanto inserito in un programma di protezione per la collaborazione offerta successivamente alla condanna a 15 anni per aver ucciso a Mondragone un corriere della droga, al cui corpo dopo l’uccisione diede fuoco.
Nel corso del procedimento penale è stato accertato che il delitto maturò negli ambienti della criminalità organizzata, ma avvenne al culmine di un litigio per un debito di circa 100mila euro dovuti dalla vittima al responsabile dell’omicidio.
Lodeserto fu ucciso con almeno dieci martellate alla testa e all’addome, avvolto in coperte e sacchi di plastica e sepolto sotto masserizie di ogni tipo (attrezzi da lavoro, vecchi condizionatori, sacchi di immondizia) in una cantina. Furono i cani molecolari a ritrovarne il corpo: malgrado lo stato di decomposizione ormai molto avanzato, l’odore di muffa e di spazzatura, tipico degli ambienti chiusi, impedì ai residenti dello stabile, e persino al proprietario stesso del locale, di fare la macabra scoperta.
Ai fratelli di Lodeserto, costituitisi parte civile, il Gup ha riconosciuto una provvisionale di 40mila euro ciascuno a titolo di risarcimento per il danno subito.
Marina Poci