Il 19 luglio del 2017 erano stati sottoposti alla misura di prevenzione del sequestro preventivo. Adesso, a distanza di poco più di quattro anni, a seguito di rigetto – da parte della Corte di Cassazione – del ricorso degli eredi, è stato emesso il provvedimento definitivo di confisca: quei beni, riconducibili all’immenso patrimonio del boss corleonese di Cosa Nostra Totò Riina, appartengono oggi allo stato italiano.
I beni erano formalmente intestati a Tony Ciavarello, marito della figlia di Totò Riina, Maria Concetta, da anni stabilitosi in Puglia.
Si tratta delle quote della società operante nel settore delle riparazioni meccaniche “Clawstek srl” e dell’intero capitale sociale della “Rigenertek srl” (in liquidazione), entrambe con sede a San Pancrazio Salentino, nonché del capitale sociale della “Ac Service srl”, con sede a Lecce, specializzata nel commercio all’ingrosso e al dettaglio di componenti automobilistiche.
L’intero valore della confisca ammonta a circa un milione e mezzo di euro, tra conti correnti e quote societarie, e colpisce beni tra il Salento e la Sicilia (in particolar modo nelle province di Palermo e Trapani).
Marina Poci