
Nella settimana di monitoraggio dal 16 al 22 novembre, con aggiornamenti al 25 novembre, «quasi tutte le Regioni o Province autonome sono ancora classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile sul territorio, o a rischio moderato con alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane. In particolare, 10 Regioni o Province autonome sono classificate a rischio alto di una trasmissione di Sars-CoV-2». È quanto si legge nella bozza del monitoraggio realizzato da Istituto superiore di sanità e ministero della Salute. In una tabella del report si legge che le 10 Regioni a rischio alto o equiparato ad alto sono: Abruzzo, Calabria (non valutabile), Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Pa Bolzano, Puglia, Sardegna e Toscana. La Calabria «è considerata a rischio alto a titolo precauzionale – si precisa – in quanto non valutabile in modo attendibile per completezza del dato di sorveglianza insufficiente al momento della valutazione anche per la stima dell’Rt». Fra le 10 Regioni, «9 sono state classificate a rischio alto o equiparate a rischio alto per 3 o più settimane consecutive», e «questo prevede specifiche misure da adottare a livello provinciale e regionale in base al documento ‘Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernalè trasmesso con Circolare del Ministero della Salute del 12 ottobre».
Dopo l’ordinanza che firmerà il ministro Speranza per il passaggio di 3 regioni alla fascia arancione e di 2 in quella gialla, è stato deciso che la Puglia resterà arancione. Le regioni arancioni sono Calabria, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Basilicata, Puglia, FVG. Quelle gialle: Liguria, Sicilia, Sardegna, Lazio, Molise, Veneto, Provincia autonoma di Trento. Sono rosse: la Provincia autonoma di Bolzano, la Toscana, Abruzzo, Campania, Valle d’Aosta