
Il boss della Sacra Corona Unita Pino Rogoli, 79 anni, condannato a scontare l’ergastolo e detenuto nel carcere di Viterbo in regime di 41bis, ha denunciato di avere bisogno da circa due anni di una visita oculistica, alla quale, nonostante diversi solleciti, non è ancora stato sottoposto: a portare il caso all’attenzione dell’opinione pubblica sono state la moglie Domenica (“Mimina”) Biondi e l’avvocata Federica Musso, che ne hanno parlato nell’articolo a cura di Diana Ligorio pubblicato sul quotidiano Domani nella giornata di ieri, 9 maggio.
Rogoli è stato sottoposto ad un intervento chirurgico mininvasivo per la rimozione della cataratta tre anni fa e da due lamenta dolore e offuscamento della vista all’occhio sinistro. Nel marzo 2025 dall’istituto di pena viterbese è stato comunicato alla legale che “La visita oculistica per il detenuto in oggetto indicato avrà appuntamento in tempi brevi”, ma tutt’oggi la prestazione sanitaria promessa non è stata garantita. Nell’articolo su Domani si fa riferimento ad una lettera nella quale Rogoli, appellandosi alla recente pronuncia della Corte Europea dei Diritti Umani, che ha multato l’Italia per un mancato ricovero di un detenuto, avrebbe scritto alla moglie “Non ci sono novità, nonostante i solleciti e querela presentati dall’avvocatessa finora manco l’ombra, se l’occhio è stato danneggiato per la negligenza altrui… faremo ricorso a tutte le autorità competenti”. Mimina Biondi, a proposito del trattamento riservato al boss, ha dichiarato a Domani: “Mio marito sta scontando la sua pena, ma ora per il ritardo nelle cure mediche rischia di perdere la vista”. L’avvocata Musso, basandosi sulla lettera della legge sull’ordinamento penitenziario, ha precisato: “Il 41 bis deve impedire le relazioni tra il detenuto e l’organizzazione criminale, non aggiungere un’ulteriore pena non prevista dal nostro ordinamento”.
Marina Poci
(foto da ViterboToday)