Dell’Aquila, toccata e fuga a Mesagne. Stasera da Fazio e poi in Arabia

Da Tokyo a Guadalajara corre un filo d’oro, che ha l’andatura sinuosa dei calci di Vito Dell’Aquila. Il taekwondoka azzurro, campione olimpico alle scorse Olimpiadi nella categoria -58 kg, pochi giorni fa ha bissato il successo mondiale del 2019, andando a prendersi la medaglia più preziosa al torneo iridato disputato in Messico.
Questa mattina, di ritorno a Mesagne, ha incontrato insieme alla famiglia il sindaco Toni Matarrelli. Questa sera (domenica) sarà ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa.
«Vengo da un anno positivo dal punto di vista strettamente personale ma complicato a livello sportivo: è iniziato male con l’Europeo e il Grand Prix di Roma, in cui ero infortunato, ma è finito alla grande».

Vito definisce il 2022 «il miglior anno» della sua carriera, concluso con l’epica finale contro Jun Jang («Una leggenda»), in cui il giovane pugliese ha vinto con merito. La trasferta di Guadalajara rimarrà sempre nel cuore di Vito, che si è gustato «ogni singolo momento» del Mondiale: «Rispetto all’edizione di Manchester nel 2019, si respirava un’altra aria: a livello scenografico era tutto bellissimo, e sentivamo l’enorme passione dei messicani per il taekwondo». Chi pensa che adesso, con un oro olimpico e un oro mondiale al collo, Vito avrà difficoltà a trovare nuove motivazioni, si sbaglia di grosso. Perché il classe 2000 adora allenarsi, è la sua vita. «Mi sento appagato quando sono in palestra, gli stimoli non dipendono dai titoli che vinco: voglio conquistarli più volte, non mi sento appagato».

Per il futuro, il ragazzo si augura di avere un rendimento più costante: tradotto, «più secondi e terzi posti e meno cali improvvisi». L’oro iridato di Dell’Aquila è anche l’oro del Sud Italia, che pur con tutti i suoi enormi problemi riesce a ottenere risultati impressionanti quando conta di più: «Mi motiva pensare alla mia Puglia. Quando qualche corregionale vince una medaglia sono un po’ più felice che per altri, perché conosco bene tutti i sacrifici che ha fatto, parliamo la stessa lingua». Lontano dal tatami, Vito cerca di rilassarsi e ricaricare le pile il più possibile. Il modo più efficace che conosce è gustarsi film e serie tv, «rigorosamente italiani, li percepisco come più vicini a me – spiega – La mia serie preferita è Marefuori, mentre al cinema prediligo i film comici». La sua categoria di peso, la -58 kg, è una che non concede sgarri alla regola, anzi impone un regime rigido. «Quando ho la possibilità di mangiare fuori, a Roma, vado di pasta cacio e pepe, mentre in Puglia adoravo le orecchiette al sugo che faceva mio nonno». Vito in passato aveva espresso il desiderio di fare in futuro il giornalista sportivo, ma per adesso non riesce a far combaciare allenamenti e studio: «Avevo iniziato Comunicazione digitale all’università dopo aver vinto una borsa di studio, ma ci ho sbattuto il muso – confessa – Magari penserò ai libri nei prossimi anni, ora la priorità è lo sport».

Il ragazzo di Mesagne è cresciuto tanto a livello umano dal post pandemia in poi, soprattutto «nelle relazioni interpersonali: ora sono più maturo nel gestire le avversità». Sì, perché non tutto va sempre come vogliamo, e lo slittamento delle Olimpiadi 2020 di un anno a causa del Covid aveva significato all’epoca una ferita lenta a rimarginarsi. «Il rinvio dei Giochi mi tolse tanta verve, per fortuna è andato tutto al meglio». Mai prima d’ora quest’arte marziale nata in Corea aveva raggiunto livelli così alti nel Belpaese: tra Vito, Simone Alessio e i tanti giovani rampanti, la Federazione può essere soddisfatta.

«È il momento d’oro del taekwondo italiano, e i fattori sono tanti – sorride Dell’Aquila – Abbiamo tanti atleti forti, e stanno crescendo tanti talenti grazie all’enorme lavoro della FITA». Un plauso speciale va al direttore tecnico azzurro, Claudio Nolano («È davvero troppo in gamba»); ovviamente non va sottovalutato il movimento alla base, quello che porta i grandi numeri: «Il taekwondo ha preso piede in maniera seria in un numero sempre maggiore di palestre, e questo mi rende davvero felice». Ora, dopo due-tre giorni di riposo totale, Dell’Aquila ricomincerà ad allenarsi all’Acqua Acetosa a Roma: il Grand Prix Final di Riyad, in Arabia Saudita, si avvicina (9-10 dicembre), e lui non vede l’ora.