Diciannovenne ucciso, rinviato a giudizio il presunto killer

Inizierà il 18 aprile, davanti alla Corte d’assise di Brindisi, il processo per l’omicidio di Giampiero Carvone, il ragazzo di 19 anni ucciso a colpi di pistola sotto la sua abitazione, al rione Perrino, il 9 settembre 2019. Accogliendo le richieste del pm della direzione distrettuale antimafia Carmen Ruggiero, il gup di Lecce ha rinviato a giudizio per omicidio premeditato aggravato dai futili motivi e per averlo commesso per agevolare la Sacra corona unita, il 27enne brindisino Giuseppe Ferrarese, in carcere dal 27 giugno dello scorso anno.

Davanti alla Corte d’assise, ma con l’accusa di aver minacciato la testimone chiave del processo, una giovane donna che lavorava nella sua attività commerciale, comparirà anche il 54enne Orlando Carella. Nei suoi confronti, così come richiesto dal pubblico ministero nell’ultima udienza è stata formalizzata l’aggravante di aver agito con metodo mafioso.
Il giudice ha accolto la costituzione parte civile dei genitori, del fratello e dei nonni di Carvone che verrà formalizzata davanti alla Corte d’assise di Brindisi.
Le accuse nei confronti degli imputati sono arrivate anche da quattro collaboratori di giustizia ai vertici del clan brindisino della Sacra corona: Andrea Romano, la moglie Angela Coffa, la sorella di quest’ultima Annarita e il marito Alessandro Polito. Ma soprattutto dalla giovane donna divenuta testimone di giustizia e che è stata ascoltata durante un incidente probatorio.