Droga il marito con ansiolitici e costringe la figlia 16enne a videochiamate intime con l’amante virtuale

Avrebbe instaurato una relazione esclusivamente virtuale con un 50enne residente al Nord, credendolo un ragazzo, e su richiesta di questi, avrebbe costretto la propria figlia 16enne a videochiamate di contenuto apertamente sessuale con l’uomo. Il 50enne, con precedenti specifici, avrebbe obbligato la ragazza a chiamarlo ad intervalli di un’ora e mezza durante tutta la giornata e ad inviargli foto intime (in tre anni circa 10mila).
Per poter chattare senza essere controllata, la donna avrebbe somministrato al marito quantità di ansiolitici dieci volte superiori al necessario, per stordirlo ed evitare che interrompesse le sessioni di sesso virtuale in cui coinvolgeva la figlia.
È questa l’ipotesi accusatoria in base alla quale
un’inchiesta è stata aperta dalla PM della Procura della Repubblica di Lecce Erika Masetti nei confronti della madre della ragazza e dell’uomo per i reati di atti sessuali con minorenni e pornografia minorile.
Dalle indagini sarebbe emerso che ogni qual volta che la ragazza si opponeva alle richieste, la madre la picchiava e le strappava i vestiti di dosso. A presentare denuncia sarebbe stato il padre, allarmatosi una volta scoperte alcune chat sul cellulare della figlia.
Secondo quanto trapelato, la giovane sarebbe già stata sentita in incidente probatorio dalla PM in ascolto protetto, al fine di congelarne le dichiarazioni in attesa del prosieguo dell’inchiesta.
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