
Di Marina Poci per il numero 361 de Il7 Magazine
Quattro anni di reclusione per concorso anomalo in concussione: è questa la richiesta di condanna che i sostituiti procuratori Pierpaolo Montinaro e Giovanni Marino hanno avanzato al Giudice dell’udienza preliminare Simone Orazio per il sociologo barese Leonardo Palmisano, impegnato in numerose iniziative a sostegno della legalità in particolare come direttore artistico del festival LegalItria, che ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato nel processo scaturito dall’inchiesta che il passato 9 gennaio ha scatenato un vero e proprio terremoto giudiziario ad Erchie, dove l’intera giunta comunale guidata dall’ex sindaco Pasquale Nicolì e insospettabili frange della società civile sono finite nell’occhio del ciclone della Procura della Repubblica di Brindisi con accuse pesantissime che vanno dalla concussione all’abuso d’ufficio, dagli atti persecutori (il cosiddetto stalking) alla violenza sessuale aggravata dall’aver commesso il fatto contro un incaricato di pubblico servizio e dall’aver abusato di autorità e relazione d’ufficio, passando per il falso ideologico in atto pubblico, l’induzione indebita a dare o promettere utilità, nonché la raccolta, il trasporto e l’abbandono incontrollato di rifiuti speciali non pericolosi. Nell’inchiesta, che ha portato all’arresto dell’allora primo cittadino (cui sono seguite prima la sospensione ex legge Severino e poi le dimissioni, con conseguente nomina temporanea del commissario straordinario e nuove elezioni), il capo di imputazione che riguarda Palmisano (imputato in concorso con l’ex Nicolì e con Pamela Melechì, assessora a Servizi Sociali, Politiche Giovanili e Pari Opportunità) attiene alla vicenda che condusse ad assegnare indebitamente alla cooperativa editoriale Radici Future, di cui Palmisano è legale rappresentante, la gestione della biblioteca comunale di Erchie con il metodo dell’affidamento diretto per una somma di oltre 12mila euro. Stando all’ipotesi accusatoria, l’indebito affidamento sarebbe stato preceduto da “minacce implicite di demansionamenti o atti vessatori” nei confronti dell’ex segretaria comunale, Maria Chiara Sanfrancesco, costituitasi parte civile e la cooperativa diretta da Palmisano ne avrebbe ricavato, oltre che il compenso in denaro, una “utilità” consistente nel “ritorno di immagine” relativo alla stessa gestione.
La contestazione per il sociologo barese si estende anche all’acquisto di libri da Radici Future, per una somma complessiva di circa 4mila euro rinvenienti da fondi ministeriali, da parte della biblioteca di Erchie, intenzionata ad accrescere il proprio patrimonio. Ebbene, l’acquisto, secondo la tesi della Procura brindisina, sarebbe avvenuto a fronte di pressioni indebite da parte di Palmisano, ritenuto “istigatore come concorrente anomalo in qualità d’incaricato di pubblico servizio in quanto legale rappresentante della radici Future, già concessionaria di un pubblico servizio”.
Palmisano avrebbe indicato all’assessora Melechì i libri che la biblioteca avrebbe dovuto acquistare, una parte editi dalla casa editrice legata alla cooperativa, e l’altra parte venduti dalla libreria Kublai, con sede a Lucera, nel Foggiano, appartenente a Marco Esposito, già consigliere della Radici Future. L’elenco sarebbe stato sottoposto da Melechì alla dirigente, sulla quale sarebbero state esercitate pressioni per obbligarla a sottoscrivere la determina di approvazione dei preventivi di spesa.
Leonardo Palmisano, oltre che presidente di Radici Future, è docente di Sociologia della devianza all’Università di Foggia ed editorialista del Corriere del Mezzogiorno ed è stato protagonista di un fugace passaggio politico come candidato alle primarie del centro-sinistra in occasione delle elezioni regionali del 2020. Tuttavia, è conosciuto principalmente come direttore artistico del festival Legalltria, che sul sito ufficiale dell’iniziativa viene definito “il più importante progetto lettura italiano contro la devianza e contro la criminalità”.
Si legge ancora sullo stesso sito che LegalItria “regala testi sui temi del festival a migliaia di studenti italiani, impegnati in un percorso di lettura collettivo, con la guida delle scuole coinvolte e dei professionisti di Radici Future Produzioni. A valle della lettura, gli studenti incontrano gli autori in presenza (se possibile) ed i Comuni coinvolti organizzano un pomeriggio di aggregazione comunitaria e istituzionale sul tema”. Malgrado la pendenza dell’accusa di concussione (ancora tutta da verificare, ma certamente difficilmente conciliabile con i principi a cui Palmisano ha improntato il suo impegno civile e la sua figura pubblica) in questi mesi il sociologo barese ha continuato a spendersi per i temi della legalità e del rispetto dei diritti dei più deboli, così come la sua avvocata Maria Pia Vigilante, che lo difende nel procedimento innanzi al Tribunale di Brindisi, ha precisato anche nell’immediatezza della diffusione della notizia del coinvolgimento nel terremoto giudiziario ercolano (“Chiarirà ogni aspetto della vicenda nelle sedi opportune. È evidente che l’indagine non gli impedirà di proseguire nel suo impegno giornaliero e civico per denunciare e contrastare la criminalità organizzata per favorire il percorso di crescita nella legalità delle generazioni future”).
La decisione sulla posizione di Palmisano dovrebbe essere presa nell’udienza del 15 ottobre, nel corso della quale con rito abbreviato sarà giudicato anche l’ex responsabile dell’Area tecnico-amministrativa del Comune di Erchie, Ciriaco Ciro Pasquale. Nella stessa udienza il Gup Orazio deciderà anche del rinvio a giudizio degli altri imputati, l’ex sindaco Pasquale Nicolì, l’ex vicesindaco Giuseppe Polito (anche assessore a Igiene e Sanità, Ambiente e Difesa del Territorio), le ex assessore Pamela Melechì (Servizi Sociali, Politiche Giovanili e Pari Opportunità) e Lina Ferrara (Risorse Umane, Bilancio e Tributi, Sviluppo Economico e Politiche Attive del Lavoro), l’ex assessore a Servizi Ambientali, Lavori Pubblici e Polizia Urbana Vito Oronzo Bernardi e Cosimo De Stradis, dipendente della cooperativa che si aggiudicò la pulizia degli immobili comunali.
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