L’impianto accusatorio ha tenuto appieno: restano in carcere Gennaro Di Lauro e Mino Carrisi, i due brindisini arrestati con l’accusa di aver tentato di estorcere denaro all’organizzatore del mercatino di bancarelle nella festa patronale in onore di Ave Maris Stella, al rione Casale. Il Tribunale del Riesame di Lecce ha respinto le richieste di scarcerazione o di concessione degli arresti domiciliari avanzate dalla difesa, avallando l’ipotesi della Dda di Lecce, supportata dalle indagini della Squadra mobile di Brindisi, secondo cui il reato sarebbe aggravato dall’agevolazione del clan mafioso Cannalire di Brindisi.
I giudici di Riesame hanno valutato in particolare i contenuti delle intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate dalla polizia dopo le minacce al diciannovenne che aveva ottenuto dal Comune di Brindisi l’autorizzazione a gestire il mercatino della festa patronale e che Di Lauro pretendeva si facesse da parte perché negli anni precedenti era stato lui, in una sorta di monopolio mai ratificato ufficialmente, a gestire gli spazi dedicati alle bancarelle.
Con la vicenda della festa si intreccia quella dell’organizzazione di un incontro pubblico nel Parco Maniglio di Brindisi, alla presenza di numerosi politici locali, la cui parte logistica fu gestita proprio da Di Lauro che quel giorno stesso venne arrestato dalla polizia.