Fiction sull’omicidio di Sarah Scazzi: il Tribunale di Taranto sospende la messa in onda

Di Marina Poci per il numero 373 de Il7 Magazine
Era stata presentata in anteprima al Festival del Cinema di Roma lo scorso venerdì 18 ottobre ed era certamente uno dei prodotti più attesi della stagione autunnale da mesi, da quando il lancio di teaser e locandina, catturando l’attenzione di addetti ai lavori, commentatori, opinionisti, fruitori e potenziali spettatori, ne preannunciava la distribuzione sulla piattaforma streaming Disney+ per il 25 ottobre. Ma per vedere la serie tv “Avetrana – Qui non è Hollywood” bisognerà aspettare, nella migliore delle ipotesi, il 5 novembre: il giudice Antonio Attanasio della sezione civile del Tribunale di Taranto, infatti, trattando il ricorso depositato dagli avvocati Fabio Saponare, Stefano Bardaro e Luca Bardaro (questi ultimi di Mesagne) nell’interesse dell’amministrazione comunale, ha ordinato alla Groenlandia s.r.l. (società di produzione) e alla Walt Disney Company Italia s.r.l. (società di produzione e distribuzione) la sospensione della messa in onda della fiction sull’omicidio di Sarah Scazzi “ove non venga rettificato il titolo della stessa mediante l’eliminazione del nome della cittadina Avetrana”. La decisione, che reca la data del 23 ottobre , è stata adottata con decreto “inaudita altera parte” (in deroga, cioè, al principio del contraddittorio), fissando per la comparizione l’udienza – per l’appunto – del 5 novembre, nel corso della quale entrambe le parti potranno esporre le loro ragioni e, se non riterrà di assegnare ulteriore termine per accertamenti istruttori o memorie difensive, il magistrato potrebbe già pronunciarsi accogliendo o rigettando le richieste del Comune. E mentre Groenlandia e Disney+, pur attenendosi al dispositivo giudiziario, promettono lotta dura in Tribunale, a prendere posizione sono anche Anica e l’Associazione Produttori Audiovisivi-Apa, che parlano rispettivamente di “grave lesione di quel principio di libertà di espressione chiaramente tutelato anche a livello costituzionale e che deve essere garantito al racconto audiovisivo italiano” e di “pericoloso precedente”.
La serie sospesa racconta il delitto, e l’imponente eco mediatica che ne derivò (con la villetta di via Grazia Deledda, in cui Sarah perse la vita, divenuta persino meta di macabri pellegrinaggi), in quattro episodi da sessanta minuti, ognuno scritto secondo il punto di vista di uno dei protagonisti della storia, Sarah, Sabrina, Michele e Cosima.
Per l’omicidio della 15enne stanno scontando l’ergastolo, con sentenza passata in giudicato, la cugina Sabrina Misseri e la zia Cosima Serrano (sorella della mamma di Sarah, Concetta, e madre di Sabrina). Michele Misseri, zio della vittima e a tutt’oggi unico reo confesso del delitto, è libero dallo scorso febbraio, dopo essere stato condannato a otto anni di reclusione per soppressione di cadavere.
“L’autorità giudiziaria si è mostrata sensibile al pregiudizio che potrebbe patire la comunità avetranese”, ha esultato il sindaco Iazzi nel commentare il decreto del magistrato Attanasio: “Al giudice sono apparse legittime le rimostranze del Comune di Avetrana poiché l’operazione avversata potrebbe arrecare pregiudizio alla sua immagine, intesa come espressione positiva di valori culturali e di risorse socio-economiche identitarie di una popolazione”. Lo stesso primo cittadino, nel chiarire i motivi della scelta di intraprendere l’azione giudiziaria, in una nota aveva precisato la necessità per il Comune di visionare il prodotto in anteprima al fine di appurare “se l’associazione del nome della cittadina all’adattamento cinematografico susciti una portata diffamatoria rappresentandola quale comunità ignorante, retrograda, omertosa, eventualmente dedita alla commissione di crimini efferati di tale portata, contrariamente alla realtà”. Aveva poi aggiunto che “la stessa comunità ha da sempre cercato di allontanare da sé i tanti pregiudizi dettati dall’omicidio, dal momento che la tragedia destò sgomento nella collettività, interessata da una imponente risonanza mediatica, che stimolò l’ente a costituirsi parte civile nel processo penale a carico di Michele Misseri, fino alla condanna degli imputati e al risarcimento del danno all’immagine in favore del Comune di Avetrana per una serie di riflessi negativi sulla collettività”. Il rischio, secondo quanto fatto valere con il ricorso, è che venga accentuato il “pregiudizio che il titolo già lascia presagire nel catapultare l’attenzione dell’utente sul territorio più che sul caso di cronaca”.
Disney+ e Groenlandia avevano coinvolto un cast quasi da cinema d’autore per la fiction su uno dei casi di nera più eclatanti degli ultimi anni, a cominciare da Pippo Mezzapesa, raffinato regista e sceneggiatore bitontino che, nella conferenza stampa di presentazione ha dichiarato: “Abbiamo cercato di entrare con grazia in questa vicenda rimanendo nei confini del verosimile e di sviscerarla rispettando le persone coinvolte. Volevamo esplorare la normalità del contesto da cui tutto è scaturito e l’abnormità delle reazioni che questo delitto ha suscitato. Abbiamo raccontato i fatti emersi dalla verità giudiziaria senza intenti morbosi o voyeristici e senza aprire ad altre ipotesi, perché non siamo né giudici né giornalisti d’inchiesta, siamo narratori”.
Paolo De Vita, attore barese residente a Carovigno, che vanta partecipazioni in tutte le più famose serie della televisione italiana (da “Don Matteo” a “R.I.S”, passando per “Un passo dal cielo”, “Un posto al sole” e “Rocco Schiavone”) è Michele Misseri; Giulia Perulli, leccese, attrice e assistente alla regia di Maria Sole Tognazzi e Cristina Comencini, è Sabrina Misseri; la napoletana Imma Villa, attualmente nel cast dell’acclamata serie Rai “L’amica geniale” e versatile attrice di teatro, è Concetta Serrano, madre di Sarah, interpretata dalla romana Federica Pala, classe 2007, già vista nella fiction educativa per ragazzi di Rai Gulp “Crush”.
E poi, nei panni di Cosima Serrano, presenza prepotente già a partire dalle prime battute del teaser, c’è lei, Vanessa Scalera, l’attrice latianese nata a Mesagne lanciatissima in tv con “Imma Tataranni – Sostituto procuratore”, di cui si stanno girando attualmente gli episodi della quarta stagione, e tra le protagoniste del nuovo film di Ferzan Ozpetek, Diamanti”, che sarà nei cinema a partire dal 19 dicembre.
Per quanto visibile, Scalera presta alla zia di Sarah il suo fisico minuto e scattante, che grazie al sapiente lavoro di costumisti e truccatori diventa del tutto sovrapponibile alla fisicità importante di Serrano: il tratto già asciutto della sua recitazione appare, nelle poche battute offerte nel video messo in circolazione prima della sospensione, quasi scarnificato e in ogni caso perfettamente aderente al personaggio che interpreta, così come lo sguardo obliquo e contratto che la zia di Sarah ha mostrato alle telecamere prima ancora di essere coinvolta in prima persona nel delitto, e che ha conservato per tutto il processo, è reso da Scalera in maniera straordinaria tra le luci e le ombre di una fotografia che ne evidenzia ottimamente la maschera.
A giudicare dai commenti apparsi sui social nei giorni precedenti e immediatamente dopo l’emissione del provvedimento giudiziale, molte delle attese erano concentrate proprio sulla performance di Vanessa Scalera: sul suo profilo Instagram ufficiale i commenti sono (più o meno) equamente divisi tra quelli entusiastici di coloro che ne apprezzano le capacità interpretative e quelli scettici di chi avrebbe preferito non vedere associato il suo nome ad un prodotto che, a parere di alcuni, sembra inserirsi nel solco della speculazione televisiva e cinematografica sui delitti più efferati delle cronache recenti e passate.
La stessa profonda frattura caratterizza la comunità avetranese: sulla pagina ufficiale Facebook del primo cittadino Antonio Iazzi e sui post delle diverse testate giornalistiche, da un lato si leggono i commenti soddisfatti di chi manifesta sostegno e condivisione nei confronti della iniziativa intrapresa dal sindaco e del provvedimento di temporanea sospensione della distribuzione della serie, mentre dall’altro lato appaiono le rimostranze di chi suggerisce a Iazzi di occuparsi dei “veri problemi di Avetrana”, di chi si appella al diritto di cronaca e alla libertà di espressione (facendo notare come ricordare il luogo di un delitto non indichi necessariamente la compromissione e la connivenza dell’intero territorio con quel delitto) e addirittura di chi aspetra di vedere ridotte “in mutande” le casse comunali una volta che gli avvocati di Disney+ e Groenlandia avranno l’opportunità di difendersi in aula.
Nel frattempo, se la preoccupazione di Iazzi è quella di tutelare la comunità avetranese dal clamore mediatico, protagonisti e comprimari della vicenda non accennano a rinunciare a esporsi in televisione per ribadire le loro ragioni.
In spregio a quanto stabilito nella sentenza definitiva, secondo cui la vittima fu ammazzata dalla cugina Sabrina Misseri e dalla zia Cosima Serrano, perché nei giorni precedenti aveva svelato ad altre persone alcuni particolari intimi sui rapporti tra Sabrina e il ragazzo che frequentava (e anche la gelosia di Sabrina nei confronti di Sarah, a cui il giovane si rivolgeva con affetto, sarebbe parte del movente), Michele Misseri continua a ribadire di essere l’unico responsabile del delitto: da ultimo, lo ha confermato al programma Mediaset Le iene, nel corso del quale ha posto l’accento sul movente sessuale che l’avrebbe mosso e sull’idea, dalla quale ha poi desistito, di abusare della vittima anche una volta morta. Tesi sostenuta anche dall’altra figlia di Misseri, Valentina, che in un’intervista a Farwest (la trasmissione Rai che aveva già raccolto lo sfogo del padre a febbraio) è rimasta ferma sul coinvolgimento esclusivo del padre, che avrebbe ucciso Sarah dopo che la ragazzina si sarebbe sottratta ai suoi tentativi di approccio sessuale.
Il 5 novembre il procedimento di urgenza incardinato dal Comune vedrà il primo confronto tra gli avvocati “avetranesi” e quelli chiamati a difendere le società di produzione e distribuzione, ma intanto, stando al dibattito social, sembra difficile ipotizzare che le polemiche sorte dalla vicenda possano placarsi.
Senza Colonne è su Whatsapp. E’ sufficiente cliccare qui  per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati
Ed è anche su Telegram: per iscriverti al nostro canale clicca qui</a