Sono venti le persone a cui la PM della Procura della Repubblica di Foggia Paola De Martino ha notificato un’informazione di garanzia nell’ambito dell’inchiesta aperta in relazione alla morte di Natasha Pugliese, la 23enne di Cerignola morta il 4 settembre al Policlinico dauno nel corso di un intervento alla trachea: si tratta di medici e infermieri di diversi reparti che ebbero in cura la giovane nei circa tre mesi di degenza dopo l’incidente in monopattino a seguito del quale fu ricoverata e operata una prima volta e che, in virtù della iscrizione nel registro degli indagati, potranno partecipare con propri consulenti allo svolgimento dell’esame autoptico, in programma domani, che sarà effettuato dal professor Vittorio Fineschi.
Un atto dovuto, in quanto l’autopsia è un accertamento tecnico irripetibile (sono atti non ripetibili quelli che riguardano persone, cose o luoghi il cui stato è soggetto a modificazione e che pertanto impongono – perché le risultanze di tali accertamenti abbiano valore probatorio e siano opponibili nell’eventuale successivo giudizio – la notifica alle parti coinvolte, per salvaguardarne le garanzie difensive). L’ipotesi di reato è di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario.
Parallelamente pende un’altra inchiesta, in cui sono indagati alcuni dei famigliari e amici della 23enne: uomini e donne che, non appena ricevettero la comunicazione del decesso della giovane, irruppero nel reparto di Chirurgia Toracica e aggredirono chirurghi, anestesisti e altri sanitari. In quella occasione, rimasero feriti in tre.
Marina Poci
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