Una ramificata rete di approvvigionamento e cessione di sostanze stupefacenti all’interno del carcere di Foggia, ii cui perni erano un’infermiera e suo marito, è stata sgominata dai Finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria del Comando Provinciale di Bari, che nella mattinata di oggi, 13 marzo, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 16 persone (8 in carcere, 8 agli arresti domiciliari).
I soggetti destinatari del provvedimento cautelare sono indagati a vario titolo, e in concorso tra di loro, per i reati di traffico di stupefacenti e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio.
L’infermiera referente del sistema, dipendente della ASL di Foggia, era già stata arrestata nell’aprile 2023 in flagranza del reato per aver cercato di introdurre in carcere otto telefonini (tra micro e smartphone) e quasi 200 grammi di hashish e in quella occasione era stata sospesa dal servizio e nei suoi confronti era scattato l’iter per il licenziamento: nell’inchiesta che ha portato agli arresti odierni sarebbe emerso che, unitamente al marito, fruttando la propria “posizione di vantaggio” derivante dal prestare servizio distaccato nell’istituto penitenziario, avrebbe reso possibile l’introduzione di droga destinata al consumo di detenuti appartenenti a gruppi criminali provenienti da diverse province pugliesi.
Le indagini hanno delineato le modalità adottate dalla coppia per recuperare (in centri commerciali o attraverso veri e propri ritiri a domicilio) lo stupefacente da soggetti in stato di libertà, che fungevano da “anelli di congiunzione” con i detenuti. Successivamente, come documentato dalle immagini del sistema di videosorveglianza della struttura carceraria e ulteriormente suffragato da relazioni di servizio della stessa polizia penitenziaria, la dipendente pubblica infedele avrebbe consegnato, durante lo svolgimento dei propri turni di servizio, lo stupefacente ai detenuti. In un caso, sarebbe stata documentata l’introduzione nella casa circondariale anche di un telefono cellulare.
Le somme di denaro corrisposte come corrispettivo per la disponibilità offerta erano comprese tra i 100 e i 500 euro per il singolo incarico.
Marina Poci
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