
Un’altra aggressione al personale sanitario del Policlinico Riuniti di Foggia si è verificata la scorsa notte: nel reparto di Pronto Soccorso tre infermieri sono stati colpiti con calci e pugni da un paziente giunto per uno stato d’ansia e arrestato in flagranza dai Carabinieri, intervenuti immediatamente dopo l’allarme: si tratta di un 18enne (compirà 19 anni tra qualche mese) che è stato condotto in carcere con le accuse di lesioni personali a personale esercente la professione sanitaria e resistenza a pubblico ufficiale.
Soltanto pochi giorni fa, in Chirurgia Toracica, una cinquantina tra famigliari e amici di una 23enne deceduta nel corso di un delicato intervento chirurgico, non appena appresa la notizia della morte, avevano fatto irruzione nelle corsie del reparto aggredendo medici e infermieri, costretti a barricarsi in alcune stanze in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine. In quella occasione un chirurgo era stato colpito con diversi pugni in viso, riportando ferite e contusioni, mentre una dottoressa aveva riportato la frattura di una mano.
Intanto, per il 16 settembre è prevista proprio a Foggia una manifestazione unitaria promossa dai sindacati dei medici ospedalieri contro le aggressioni al personale sanitario.
“I medici di medicina generale, come quelli ospedalieri, sono costretti a lavorare senza alcuna tutela, esposti alla mercè di chi si sente in diritto di aggredire verbalmente e fisicamente professionisti impegnati a rispondere ai bisogni di salute”, ha dichiarato Delia Epifani, segretaria regionale Puglia dello SMI (Sindacato Medici Italiani), aggiungendo “Chiediamo che si metta fine a questo scempio e di essere ascoltati. Riteniamo urgente la convocazione di un Tavolo con i sindacati dei medici, le Regioni, il ministro delle Salute e il ministro degli Interni al fine di adottare proposte per arrestare la violenza negli ospedali, nei presidi di continuità assistenziale e negli studi medici”.
A Epifani fa eco il segretario regionale del sindacato infermieristico Nursind Puglia, Francesco Balducci: “Il problema delle aggressioni non può essere affrontato efficacemente senza intervenire sull’aumento delle dotazioni organiche, agganciandole ai reali fabbisogni assistenziali della popolazione sia sul territorio che nelle strutture di cura. Purtroppo, nella determinazione delle dotazioni organiche intervengono fattori complessi di natura economica legati alla spesa storica e alla disponibilità di risorse di ciascuna regione. Però, se si hanno difficoltà ad aumentare la spesa per il personale, si possono sempre fare delle scelte organizzative differenti che consentano una diversa formulazione qualitativa della spesa stessa, lasciandola inalterata”.
Marina Poci
(immagine di repertorio)
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