La base operativa in un cimitero, i rifornimenti di droga a Francavilla

Il cimitero era il loro quartier generale: le cappelle funebri il luogo in cui la droga veniva stoccata e venduta, e dove i guadagni erano suddivisi. I loculi vuoti un posto sicuro in cui nascondere le armi della banda. Diciannove persone sono state arrestate dai carabinieri del comando provinciale di Taranto al termine di un’indagine coordinata dalla Dda di Lecce. Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga e al possesso di armi. Ma c’è anche un reato morale: la profanazione del cimitero di Sava, in provincia di Taranto, trasformato in una base operativa dell’organizzazione criminale.
Al vertice della banda un pregiudicato che, appena uscito dal carcere ha messo in piedi una batteria in grado di rifornire il mercato degli stupefacenti oltre che a Sava anche a Torricella.
In carcere sono finiti Angelo Bernardi e Cosimo Desantis di Manduria, e poi Giuseppe Buccoliero, Daniele e Massimiliano Leone, Antonella, Antonio Cataldo e Teresa Panariti, Cosimo e Pasquale Sorino, Fabio Tomaselli, tutti di Sava e i fratelli francavillesi Carlo e Daniele Di Palmo.
Ai domiciliari Stefano Russo di Torricella, e Cristian Urbano, Monica Paderi e Amerigo D’Uggento, tutti di Sava.
Il rifornimento della droga avveniva a Francavilla Fontana, essa veniva poi trasferita nel cimitero di Sava dove c’erano il taglio e il confezionamento delle dosi, quindi lo spaccio sul versante orientale del Tarantino. Nel corso delle indagini i carabinieri hanno rinvenuto 3 fucili, di cui uno a pompa, e vario munizionamento, anche per pistole, all’interno di un loculo appartenente a una ignara famiglia di Sava.
L’attività di spaccio sarebbe proseguita senza interruzioni anche durante il lockdown per il covid.
L’ordinanza emessa dal gup di Taranto è stata eseguita con l’ausilio dei Nuclei Cinofili di Modugno e Tito, delle Aliquote di Pronto Intervento di Brindisi, dello Squadrone Carabinieri Eliportato “Cacciatori Puglia”. Durante il blitz nell’abitazione di uno degli indagati sono stati rinvenuti e sequestrati un fucile a canne mozze con matricola abrasa, munizionamento vario, alcune “cipollette” di sostanze stupefacenti e un paio di manette.