La Chiesa più bella ostaggio dei teppisti

di Tommy Lamarina per IL7 Magazine

La Chiesa del Cristo ‘piegata’ alla volontà degli ubriachi. Nel piazzale antistante, i giovani bivaccano, sporcano e vandalizzano, facendo perdere sonno, serenità e pazienza agli abitanti della zona. Parroco e cittadini: “Sono anni che sopportiamo schiamazzi, urla di gente ubriaca, siamo stanchi ed indignati: la chiesa e le persone vanno rispettate”. E’ il breve e deleterio riassunto di una storia che troppe volte abbiamo visto scritta negli almanacchi delle ‘cose tristi’ di questo Paese, suscitando scoramento ai più. Nella medesima sorte incappa la Chiesa del Cristo Salvatore di Brindisi, ubicata nella parte più ‘vecchia’ della città, in pieno centro, eretta da frate Nicola Paglia di Giovinazzo nel 1232 (XIII secolo) e già insediamento dei Domenicani.
Ha una facciata cuspidata a corsi alternati di pietre bianche e grigie, con coronamento d’archetti ed un grande e ricco rosone. Al suo interno vi è un’unica navata a cui si collega direttamente la modesta parte absidale, quattrocentesca (quella d’origine venne demolita per consentire la costruzione delle mura cittadine). In una nicchia a destra dell’ingresso, c’è la Madonna in trono ed all’altare maggiore il Crocifisso, entrambi considerati tra le più notevoli sculture lignee dipinte del XII secolo in Puglia. Alle pareti laterali, poi, due altari barocchi. La chiesa si trova in un grande piazzale, con basole simili a quelle usate per pavimentare il centro storico, tra alberi, panchine ed un crocifisso in legno, posto in una aiuola recintata. A memoria d’uomo, però, l’intera area (di proprietà comunale) è sempre stata ‘occupata’ da ragazzini che si recano in loco per oziare, ma spesso e volentieri l’ozio si tramuta in vandalismo e menefreghismo, superando oltremodo le soglie della maleducazione ed inciviltà.

La facciata della chiesa è stata più volte imbrattata con inutili dediche e frasi volgari e più volte restaurata (l’ultimo intervento risale a 12 anni fa), al punto che ora si preferisce lasciarla a mo’ di ‘foglio di quaderno’, onde evitare ulteriori spese inutili, scegliendo, dunque, il male minore. Inizialmente si pensava che ripitturare il prospetto comportasse grossi problemi al carparo da cui è costituito. Addetti ai lavori, però, assicurano che usando un particolare solvente ed applicando diversi trattamenti, la facciata rimarrebbe intatta. Le varie ‘dichiarazioni d’amore’ giovanile, però, non compaiono solo sul frontale della Chiesa del Cristo, ma anche sulla pavimentazione, danneggiando, così, il basolato. Come se non bastasse, il basolato è ‘maltrattato’ da varie sgommate di motorini (v. foto). Non finisce qui.

Anche le varie aiuole circostanti la piazzetta, specie quella in cui vi è il crocifisso, sono colme di cartoni di pizza, bottiglie di plastica e vetro, lattine e deiezioni canine. In merito alla non curanza del decoro urbano e del verde pubblico, tra il 12 marzo ed il 20 maggio 2013, l’allora sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, inaugurò due dog park: il primo, all’interno del parco Di Giulio, da cui si accede da via Dalmazia; l’altro, in via Provinciale per San Vito. Ad ogni modo, pare, che i possessori di cani preferiscano degradare ancor più una città già abbastanza martoriata. I fumi dell’alcol e l’eventuale esagitazione delle sostanze stupefacenti (tempo fa furono rinvenute diverse siringhe) rendono scellerarti ed incontrollabili i comportamenti adolescenziali, arrecando anche disturbi al riposo degli abitanti della zona. Così, tediati da cotanta esasperazione, addirittura, è stata applicata una cancellata tra la chiesa ed il muro perimetrale, al fine di scongiurare la concreta possibilità che anche il retro del monumento venga ancora vandalizzato (come già successo). Don Rocco Ivone, parroco della Chiesa del Cristo, poi, ha proposto ed ottenuto dal Comune un paio di telecamere di sorveglianza, poste a circa quattro metri di altezza da terra ed ai lati della chiesa, pensando di costituire un deterrente per i ragazzi. Già, pensando. Una speranza morta nell’immediato. Infatti, gli apparecchi di monitoraggio sono stati subito divelti probabilmente con pallonate.

Risultato? Ora sono rimaste solo le braccia delle telecamere penzolanti dalla facciata. Insomma, un andazzo che crea una slavina di disgusto. Indi per cui, lo stesso parroco ha posto il problema all’attenzione delle varie amministrazioni dal 2010 ad oggi, proponendo una soluzione: recintare il piazzale. Un cancello che vada dalla scuola fino al muro del condominio del lato opposto e con un altro più piccolo che vieti anche l’ingresso dalla scalinata di Porta Lecce. Così facendo, secondo Don Rocco, dovrebbe risolversi il problema del vandalismo nella zona circostante la chiesa. Dispiaciuta anche la Diocesi, che ha già discusso il problema: “C’è un forte rammarico nel vedere una chiesa, ma anche un monumento storico di qualsiasi genere, non rispettato dalle nuove generazioni ed usato come un foglio bianco su cui scrivere – fanno sapere dalle Diocesi – purtroppo, al momento, ci sono altre priorità più gravi da risolvere, quale la chiesa San Lorenzo nel rione Sant’Elia, in cui piove all’interno. Ma la Chiesa del Cristo, sarà la successiva priorità”.
Da ricordare, inoltre, che la Curia, è già alle prese con i complessi lavori di restauro esterno ed interno della chiesa San Paolo in centro, costati circa 160mila euro, le cui opere, verosimilmente, saranno ultimate entro il 10 giugno. Pertanto, la sullodata situazione in cui verte la Chiesa del Cristo, l’annesso sacrato ed i cittadini rappresenta l’ennesimo smacco per la città di Brindisi, in cui addirittura una semplice dichiarazione d’amore si commuta in un puro atto di vandalismo.

“I giovani d’oggi non hanno più rispetto di niente e di nessuno. Quella povera chiesa è oggetto di scherno e gli abitanti della zona, specie nel fine settimana, stentano a prendere sonno”. E’ il leitmotiv di diversi brindisini residenti nei pressi di Porta Lecce, dove è ubicata la Chiesa del Cristo, costruita nel 1232. La struttura si trova all’interno di un piazzale, adornato da alcune aiuole con alberi ed un crocifisso. Da sempre il sacrato rappresenta un punto di ritrovo per adolescenti e coppiette. Negli anni ’90, poi, la situazione è precipitata attribuendo a quel luogo una valenza poco piacevole, costituita da alcol, droga e tanto baccano. Il frontale della chiesa è oramai coperto da scritte pseudo romantiche, frasi e/o parole di dubbio gusto. Medesima cosa la si trova sulla pavimentazione fatta in basolato, senza considerare la sporcizia che i ragazzi lasciano intorno e nel verde delle aiuole, con cartoni della pizza, bottiglie di vetro e quant’altro a farla da padrona.
“Io e mio marito ci addormentiamo verso le 22 – continua la signora Enrica – ma il sabato sera sembra ci sia il cambio della guardia in quel piazzale. Vanno via i ragazzini più piccoli ed arrivano quelli più grandi, che si ubriacano e solo Dio sa cos’altro fanno. Così, ci svegliamo e ci riesce difficile riaddormentarci. Una volta – termina – la mia nipotina è stata svegliata da un petardo”. Il signor Carmine, invece, ha paura: “Durante la giornata ho tantissimi hobby che svolgo da solo o con amici – spiega – così, anche nel fine settimana, ceno tardi ed, una volta terminato il pasto, mi piace fare una passeggiata nelle viuzze vicine, fumando una sigaretta e rilassandomi. Quando torno a casa sento tanto chiasso proveniente dal sacrato della chiesa e bottiglie di birra che rotolano per terra”.

Dello stesso pensiero dei residenti è anche don Rocco Ivone, parroco della Chiesa del Cristo dal 2010, esasperato nel vedere il piazzale in quelle condizioni disastrose ed, ancora peggio, la facciata della chiesa così ‘decorata’. “Hanno iniziato prima ad imbrattare il muro dell’ex Istituto Commerciale – racconta – poi, il frontale della chiesa ed, ultimamente, anche le basole. Le frasi sono sia dediche alla fidanzatina, ma anche volgari. Addirittura, non voglio neppure più rifare la facciata, perché vederla pulita, per i ragazzi, rappresenta un foglio bianco su cui scrivere”.
Don Rocco avrebbe, però, una soluzione atta a debellare la problematica, ma la decisione ultima spetta al Comune: “Ho persino chiesto alle passate amministrazioni di fare una cancellata all’inizio della piazza – dice il parroco – insomma, di recintarla, in modo tale che nessuno possa accedervi. C’era anche un progetto. Poi non se n’è fatto più nulla. Persino le telecamere sono state installate, ma qualcuno le ha abbattute a suon di pallonate. D’altro canto, erano a circa quattro metri di altezza, quindi, facilmente soggette a detta fine. Devo dire, però, che quelle telecamere di sorveglianza, non erano vigilate e, dunque, fine a se stesse”. I tempi cambiano e quando prima ‘oziare’ significava dare due calci ad un pallone, ora non è più così, o meglio, non è solo così. “Spesse volte – conclude don Rocco – incontro persone anziane che ricordano la loro adolescenza in questo posto, ma ora la situazione è diventata insostenibile. Prima del mio arrivo, il bivacco si svolgeva sul retro della chiesa. Poi, abbiamo deciso di chiudere con un cancello quella parte ed ora i fattacci succedono nel sacrato. Ora è una zona da vigilare e la recinzione tra la scuola ed il condominio di fronte sarebbe l’unica soluzione. Confido nella prossima amministrazione, anche se so bene che Brindisi ha problemi più ben più gravi da fronteggiare”.