
Sulle vecchie rotte del contrabbando viaggiano oggi quantitativi ingenti di marijuana, gestiti dalla criminalità brindisina che opera, secondo gli investigatori, in stretto contatto con quella albanese. Chili e chili di droga caricati sugli scafi, come negli anni Novanta e fino al Duemila avveniva per i tabacchi lavorati esteri che costituivano il principale oggetto dei traffici illeciti di una buona fetta di malavita pugliese.Brindisi era soprannominata ‘Marlboro City’ all’epoca, ora i tempi sembrano essere cambiati ma non le strategie: i militari della Guardia di Finanza di Brindisi hanno arrestato 14 persone sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare chiesta dai pm Valeria Farina Valaori e Guglielmo Cataldi della Dda di Lecce e disposta dal gip Carlo Cazzella. Nell’ordinanza si racconta di numerosi viaggi nel Canale d’Otranto e di un gruppo di presunti componenti di un sodalizio transnazionale, tra i quali ci sono anche persone con precedenti per contrabbando di sigarette.
Dall’Albania, terra di piantagioni di cannabis, al tacco d’Italia. Il periodo sul quale si sono concentrate le indagini della Guardia di Finanza del Gruppo di Brindisi va dall’agosto del 2016 ad oggi. Tra sbarchi riusciti e approdi falliti sarebbero state trasferite in Puglia tonnellate di marijuana. Sono 3.508 i chili di droga sequestrati nel corso dell’inchiesta, 23 le persone denunciate, 21 delle quali arrestate in flagranza di reato. I 14 destinatari dell’ordinanza restrittiva sono coloro che avrebbero gestito il business da 35 milioni di euro e realizzato una associazione per delinquere in grado di acquistare le imbarcazioni e perfino le armi. È stato infatti sequestrato un kalashnikov Ak47 con 119 cartucce. E poi bussole, navigatori satellitari, sistemi gps.
L’attività investigativa è stata condotta attraverso intercettazioni telefoniche che hanno consentito di individuare i nascondigli lungo la costa, per lo più villini al mare disabitati in inverno che si trovano in diverse località marittime del Brindisino. È emerso che i presunti componenti dell’organizzazione, la gran parte dei quali ‘over 50’, erano in grado di affrontare anche le più avverse condizioni meteo. Ben consci che in caso di mare piatto i controlli della Finanza sarebbero stati più agevoli e quindi più elevato il rischio di essere scoperti.
I ritrovamenti di droga sulle coste pugliesi, negli ultimi tempi, sono stati numerosissimi. Il fenomeno è in crescita, come peraltro riportato nell’ultima relazione annuale della procura distrettuale antimafia di Lecce e accordi bilaterali sono stati siglati di recente per l’utilizzo anche dell’efficiente apparato radar costiero del ‘Paese delle Aquilè.