di Daniela Napoletano per IL7 Magazine
Non è stato affatto semplice per la sorella Annarita rialzare la saracinesca del “bar Raffaello”, lunedì mattina, 16 aprile, il giorno dopo la celebrazione del rito funebre in ricordo del fratello Gianfranco Sardano, conosciuto in città ma in particolare al rione Sant’Elia, dove è nato e cresciuto, come Franco. Bar che avevano inaugurato insieme l’1 gennaio del 1984.
Franco, nato il 23 settembre 1961, se n’è andato in pochi giorni, venerdì sera, 13 aprile, intorno alle 22, nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Taranto. Solo due giorni prima un malore, la corsa all’ospedale Perrino, da qui il trasferimento nel nosocomio della città ionica, dove in poche ore la situazione è precipitata: prima il coma e poco dopo il sonno eterno. “Franco aveva qualche problema al cuore, ma non avremmo mai immaginato che avrebbe potuto lasciarci all’improvviso, in un dolore tanto grande”, è senza forze Annarita e si muove quasi per inerzia dietro quel bancone. E’ un via vai di gente nel bar di piazza Raffaello, zona centrale del quartiere Sant’Elia, tra clienti e amici che si avvicinano per farle le condoglianze. Tutti sono senza parole, increduli che un uomo così energico, dalla corporatura possente, tanto di compagnia e allegro, se ne sia andato così inaspettatamente.
Franco è il primogenito di quattro figli, papà Luigi, adesso 83 anni, era impiegato alla Montedison, un uomo “tuttofare”, proprio come il suo Franco. E come papà Luigi aveva costruito con le sue mani il “bar Raffaello” per i suoi figli, per dar loro un lavoro, assicurare un futuro, così tre anni fa Franco ha pensato di fare la stessa cosa con i suoi figli, Luigi e Davide: “Voleva garantirgli un avvenire, e siccome il suo pallino è sempre stata la ristorazione, ha messo su con tanto lavoro e sacrifici il bar-pizzeria ‘Al parco’ in via Mantegna per loro”, prosegue con tanta tristezza nel cuore Annarita Sardano, 51 anni. Lei non si è mai sposata, quando inaugurarono il “bar Raffaello” era ancora 17enne, avrebbe raggiunto la maggiore età a fine gennaio di quello stesso anno, nel 1984. Franco invece si è sposato e ha costruito la sua casa dei sogni a Tuturano, da dove era originaria sua madre, e lì sono andate a vivere, con le rispettive famiglie, anche le altre due sorelle, Michela e Dora.
Solo Annarita è rimasta a casa con i genitori nella casa dove i fratelli Sardano hanno vissuto spensieratamente insieme infanzia e fanciullezza, al rione Sant’Elia, proprio difronte il bar-pizzeria “Al parco” di Franco, Luigi e Davide. “Tre anni fa io e lui ci siamo divisi, dopo trent’anni di lavoro insieme”, racconta la sorella. “Io sono rimasta qui, nel nostro bar, lui ha aperto la pizzeria. Anche se la sua presenza qui è sempre stata una costante. Passava mattina e sera, e se avevo bisogno mi aiutava anche mio nipote Davide. Del resto era il sogno di mio fratello, lui aveva studiato all’Alberghiero, era stato fuori, aveva fatto il cameriere, era stato anche a Pesaro …..quanti ricordi…..aveva tantissimi amici, con alcuni di loro si divertiva a Radio New Time, aveva anche questa passione …..non è possibile”, scuote la testa, Annarita Sardano.
Lei ha avuto la forza di ritornare a lavoro, i nipoti Davide e Luigi non riescono ancora ad alzare la saracinesca del bar-pizzeria: “Sono molto addolorati, anche la bambina di Luigi, Azzurra: lei ha sei anni, è legatissima al nonno, gli ha scritto una lettera che abbiamo messo nella bara”.
La piccola Azzurra ha scritto al suo amatissimo nonno che anche lei è una gran tifosa del Milan, come lui, il suo papà e lo zio: sono tutti tifosi dei rossoneri in casa Sardano. “Siamo una famiglia molto unita, questo è stato l’insegnamento dei nostri genitori: l’amore per la famiglia e il lavoro”.
Franco era un gran lavoratore, lo sono i suoi figli, e le sorelle, una lavora in un bar del Centro di Brindisi, l’altra è parrucchiera.
Franco da ragazzino ha indossato le scarpette con i tacchetti, ancora ora suo figlio Luigi, 28 anni, gioca nella squadra del San Pietro Vernotico calcio.
Franco aveva tantissimi amici, che hanno affollato la chiesa di Tuturano domenica sera, 15 aprile. Ed è stato seppellito nel cimitero di questa frazione di Brindisi.
Venerdì 20 aprile invece, alle ore 19, il parroco della chiesa di Sant’Elia, don Massimo, che conosce lui e la sua famiglia da diverso tempo, lo ricorderà nella parrocchia di Cristo Salvatore.
Per i parenti e gli amici di una vita di Franco Sardano sono già pronti i ricordini dell’uomo che ha lasciato tutti esterrefatti per la sua inaspettata scomparsa.