La Stp e le corse saltate: quando i controllori non controllano se stessi

di Gianmarco Di Napoli per il7 Magazine

Ai più probabilmente sfugge la reale gravità del caso Stp e delle cosiddette “corse fantasma”, ossia del rivelante numero di viaggi (si parla di diverse centinaia, almeno finora, ma il numero è in continuo crescendo) che gli autobus della Società trasporti pubblici di Brindisi hanno certificato di aver effettuato e che in realtà non sono mai state svolte. Il caso è nato da una segnalazione giunta all’Amministrazione provinciale, socio di maggioranza (66%) della Stp, che documentava, una sorta di “bilocazione” di alcuni bus e dei rispettivi autisti che risultavano essere nello stesso orario in servizio su tratte diverse, lontane decine di chilometri tra loro, e dunque non sovrapponibili. Eravamo all’inizio del 2023.

A partire da febbraio il presidente della Provincia, Toni Matarrelli, ha chiesto chiarimenti alla Stp dalla quale inizialmente hanno parlato di generici errori materiali compiuti dagli stessi autisti nella redazione del cosiddetto “foglio di marcia”, ossia nel rapportino che a fine servizio devono consegnare all’azienda e nel quale vengono indicati la corsa effettuata, il percorso seguito, i chilometri totali.
La stessa Stp ha inizialmente assunto provvedimenti disciplinari nei confronti di un singolo autista, dipendente in servizio presso il parco automezzi di Sam Vito dei Normanni, individuato come il responsabile di tali errori nella compilazione, ritenendo evidentemente di chiudere qui la vicenda.
Ma la Provincia non si è fermata e, affidandosi anche alla consulenza di un esperto, l’avvocato Vincenzo Renna, ha proseguito negli approfondimenti, incrociando i dati tra le corse extraurbane effettuate durante il 2022. Nel frattempo la Stp ha ritenuto di allargare il procedimento disciplinare a una trentina di propri autisti, confermando di fatto la mancata effettuazione di un numero rilevante di corse e attribuendone l’esclusiva responsabilità ai medesimi conducenti, pur essendo l’azienda dotata di un sistema di controllo che avrebbe dovuto accertare autonomamente (e per tempo) un numero così rilevante di corse saltate.

Il danno in questo caso è duplice: da un lato l’azienda (la Stp è una società privata che però lavora con denaro pubblico) ha rendicontato agli enti che la sostengono economicamente (Provincia, Regione e Comune) servizi che non ha mai effettuato e che sono stati inseriti nel Bilancio 2022 che dovrebbe essere approvato in questi giorni. Dall’altro non ha assicurato agli utenti, cioè a pendolari e studenti, servizi che per contratto avrebbe dovuto effettuare.
Quale è stata la linea “difensiva” dell’azienda, supportata inizialmente anche dal collegio sindacale? Le corse saltate, a prescindere dal motivo per cui non ci sono state, rientrerebbero nella facoltà riconosciuta per contratto alla Stp di apportare modifiche al programma di esercizio del servizio di trasporto nel limite massimo del 3 per cento. Ma i consulenti nominati dalla Provincia hanno evidenziato che quel margine di tolleranza è stato creato a garanzia di eventi non facilmente prevedibili che possono impattare sul lato economico: la diminuzione delle corse può essere collegata a eventi di forza maggiore come gelo o inondazioni, o al danneggiamento dei mezzi per atti vandalici. La variazione in aumento può essere collegata a un afflusso di persone per una serie di manifestazioni ed eventi attrattivi non preventivabili.

Ma in quel 3%, ammesso che sia solo questo ma la percentuale sembra comunque destinata ad aumentare in maniera sensibile, non possono essere inseriti – sottolineano i consulenti della Provincia – fatti illeciti o comunque disciplinarmente rilevanti. E in ogni caso la Stp aveva l’obbligo di comunicare le variazioni ma non lo ha fatto, né poteva avvenire visto che le circostanze sono sfuggite letteralmente ai controlli dell’azienda e rilevate solo (e per altro solo parzialmente) dopo l’indagini condotta dalla Provincia, ossia dal socio di maggioranza.
In tutto questo, sia il Consiglio d’amministrazione dell’azienda che il collegio sindacale hanno fatto per lunghi mesi fronte unico, difendendo l’interpretazione dei fatti fornita dai dirigenti della Stp e tentando di ridimensionare la questione, nonostante il presidente Matarrelli avesse ipotizzato anche risvolti penali denunciando l’accaduto all’autorità giudiziaria e nonostante la Digos della questura di Brindisi avesse acquisito una consistente documentazione. Sia il presidente del Cda Salvatore Tomaselli, che quello del collegio sindacale, Francesco Gigante, hanno più volte ribadito che quelle possibili irregolarità non erano rilevanti ai fini dell’approvazione del Bilancio 2022. Il collegio sindacale aveva per altro tratto le sue conclusioni esaminando un campione di 157 corse rispetto alle 122.975 che risultano effettuate.

Negli ultimi giorni il vento è cambiato: dopo le dimissioni polemiche della consigliera del Cda Alessandra Cursi, in polemica con il suo presidente e dopo che era stata costretta a richiedere l’accesso agli atti per ottenere la documentazione dell’azienda che lei stessa amministrava, si è dimessa. Due ore dopo lo ha fatto anche il presidente Tomasselli.
Nell’incontro di qualche giorno fa, anche il collegio sindacale è ritornato parzialmente sui suoi passi, accettando di ritardare l’approvazione del bilancio in attesa che venga effettuata una verifica accurata su tutte le 123mila corse.
Ma a questo punto una serie di domande sono legittime? Se la Provincia non si fosse accorta delle irregolarità, queste sarebbero mai venute alla luce? E da quanto tempo andava avanti la consuetudine di saltare un numero così considerevole di corse? E ancora, come mai chi nell’azienda viene pagato per effettuare i controlli non si è mai accorto di nulla? Possibile che tutta la colpa sia scaricata davvero sugli autisti?
Il paradosso è che l’azienda famosa per i temibili controllori non è stata in grado di controllare se stessa.