di Alessandro Caiulo
Sta tenendo banco in questi giorni di metà agosto una accesa discussione relativamente alla costruzione, da parte della società Edison, di un grosso deposito costiero di gas naturale liquefatto (GNL) a sviluppo verticale sul molo di Costa Morena, proprio dal lato dove è in programma la realizzazione della enorme vasca di colmata che raccoglierà di fanghi derivanti dai dragaggi dei porti pugliesi e che tomberà la Foce di Fiume Grande.
Alla realizzazione del serbatoio conseguirà anche la destinazione ad ormeggio delle navi metaniere della banchina da realizzare, all’interno del porto di Brindisi, in posizione prossima del varco di accesso Morena Est, con conseguente impossibilità di adibire le banchine esistente o a realizzarsi in quella zona ad altri utilizzi.
Fin qui tutto sembrava già chiaro e quasi scontato in una città ormai rassegnata ad essere oggetto del desiderio di coloro ai quali altrove non viene consentito di operare questo genere di traffici altamente pericolosi, ma ciò che ha fatto insorgere una buona parte della popolazione è stata la notizia, del tutto inaspettata, che proprio in quel punto Edison ha in progetto di realizzare un grande torcia, alta quasi come al Monumento al marinaio, ove smaltire il B.O.G., acronimo che indica il Boil Off Gas, che è quello che si forma all’interno dei serbatoi e che aumentando, al raggiungimento di una pressione limite, superata la quale il gas metano generato, detto appunto di boil-off, viene bruciato nella torcia. In caso di emergenza, poi, in torcia verrebbe bruciato lo stesso GNL ed anche smaltite tutte le miscela di Bog e azoto provenienti dalle operazioni che accompagnano le operazioni di carico e scarico del gas. Tali miscele, come dicono gli esperti, finiranno in atmosfera con emissioni gassose altamente inquinanti ed anche, tema di cui si sta discutendo molto in questo periodo, notevolmente climalteranti.
Insomma, al netto di ciò che può succedere in caso di incidente e/o esplosione, una vera e propria nuova bomba ecologica a prescindere da tutto il resto che, cosa gravissima, se è vero, come sembra essere vero che la cosa era stata taciuta addirittura alla stessa Autorità di Sistema portuale, come da dichiarazioni del presidente Ugo Patroni Griffi ed ai politici che, invece, avevano fin dall’inizio caldeggiato il progetto del deposito costiero di GNL ed ora in qualche modo si sono sentiti traditi e presi in giro.
Nel mentre l’Aurorità Portuale ha convocato i vertici Edison a chiarimenti ed anche le forze politiche, che proprio in virtù di questo “pastrocchio” hanno perso coesione al loro interno pretendono di avere certezze sul progetto definitivo, le associazioni ambientaliste, appoggiate anche dal sindacato CGIL, hanno indetto per il 24 agosto prossimo alle ore 18,30, un grande manifestazione di protesta sotto la sede dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Adriatico Meridionale per opporsi non solo al deposito GNL di Edison ed alla torcia, ma anche per un Porto di Brindisi aperto allo sviluppo sostenibile e alla polifunzionalità, che non sia schiavo, cioè, del solo traffico energetico che allontana ed ostacoli le altre e meno impattanti vocazioni.
Da sottolineare che l’Amministrazione Comunale, durante la scorsa consigliatura, aveva presentato ricorso al TAR contro l’autorizzazione rilasciata ad Edison per installare ed esercitare il deposito costiero di stoccaggio di gas naturale liquefatto (GNL), all’interno del porto di Brindisi, per una serie di motivi che il TAR di Lecce non ha voluto affrontare nel merito ma ha preferito devolvere la loro decisione al TAR Lazio-Sede di Roma. E ciò anche se non rientrano nell’elencazione delle controversie da instaurarsi presso il TAR Lazio quelle inerenti la costruzione e l’esercizio dei depositi di GNL, ma solo quelle concernenti la produzione di energia elettrica da fonte nucleare, i rigassificatori, i gasdotti di importazione, le centrali termoelettriche di potenza termica superiore a 400 MW nonché quelle relative ad infrastrutture di trasporto ricomprese o da ricomprendere nella rete di trasmissione nazionale o rete nazionale di gasdotti. Probabilmente il giudicante non si è voluto impelagare in una questione troppo complessa da dipanare ed ha scelto, come a volte accade, la via più semplice di trasmettere ad altro Giudice.
Nel frattempo, insediatasi la nuova amministrazione, apperentemente più favorevole ad Edison, il Comune di Brindisi ha scelto di non riassumere la causa dinanzi al TAR del Lazio nel termine assegnato (sarebbe stato sufficiente un clic di invio di PEC alla cancelleria competente), lasciando di fatto il via libera a tutto ciò che sta accadendo in questi giorni e senza che ci sia nemmeno lo strumento di un contenzioso in essere al fine di poter indurre a più miti consigli il colosso industriale ed evitare almeno la sorpresa dell’innalzamento, non preventivato, della ennesima torcia spargi-veleni nel cielo di Brindisi.
Eppure almeno alcuni dei motivi di opposizione, a dire di giuristi ed anche palpabile dalla preoccupazione che il ricorso aveva provocato in Autorità Portuale e presso la stessa Edison, apparivano quanto meno fondati come, ad esempio, l’esistenza di due siti antistanti il polo Montedison destinati dal Piano Regolatore Portuale vigente a depositi costieri e sviluppo delle attività industriali, per cui illegittima appare l’ubicazione del deposito GNL sull’area individuata nel progetto che darebbe, invece, destinata al traffico commerciale e passeggeri.
Ed infatti, le previsioni di utilizzo futuro dei moli di Costa Morena come porto per merci e passeggeri, comportando una rilevante presenza umana nella zona, rendono il sito del tutto incompatibile con attività di movimentazione di merci estremamente pericolose come il Gas Naturale Liquefatto. Ciò spiega come anche parte del mondo industriale e di quello sindacale si sono fin da subito detti contrari all’ubicazione dell’opera in quel sito peraltro, molto più vicino alla città degli altri.
Inoltre l’escamotage di prevedere una capacità del serbatoio di 19.500 mc, lo tiene di un dito al di sotto della soglia di 20.000 mc., che avrebbero reso necessaria una Valutazione di Impatto Ambientale che avrebbe avuto, con ogni probabilità esito negativo.
Se solo si fosse consentito al TAR del Lazio di esprimersi al riguardo, i magistrati avrebbero dovuto tener conto della circostanza che, sebbene dimensionalmente il serbatoio è inferiore alla soglia, la L.R. 11/2001 recante “Norme sulla valutazione dell’impatto ambientale”, prevede la riduzione delle soglie del 30% nelle aree dichiarate ad elevato rischio di crisi ambientale di cui all’articolo 74 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, fra cui rientra a tutti gli effetti anche il territorio comunale di Brindisi, e ciò è ancora valido in quanto non sono mai divenuti operativi gli interventi di risanamento che avrebbero consentito al territorio di smarcarsi.
Vedremo la piega che prenderà la discussione nei prossimi giorni anche alla luce degli incontri delle autorità con i vertici Edison ed anche della partecipazione che ci sarà nella manifestazione del 24 agosto di cui, in caso di grandi numeri, la politica non potrà che prenderne atto.