L’arte che cura la mente: nella Crap Helios laboratori esperienziali per pazienti psichiatrici

C’è il sessantenne che ha perso la famiglia biologica all’età di quattro anni e i genitori adottivi quando era ancora un adolescente; c’è la madre di famiglia che a casa è attesa da marito e figlio diciassettenne e nel frattempo, mentre segue il programma di recupero, frequenta un corso per diventare operatrice socio-sanitaria; c’è l’ultimo arrivato, tra i quaranta e i cinquanta, che piano piano inizia ad abituarsi alla vita nella struttura: tutte persone che vivono una condizione di particolare fragilità psichica a causa della quale non possono stare in famiglia o da sole.
Per loro e per tutti gli altri ospiti, undici in tutto, le operatrici della Comunità Riabilitativa Assistenziale Psichiatrica (Crap) Helios di Brindisi hanno elaborato, in fase di programmazione annuale delle attività, il Progetto Mestierando: hanno chiesto ai brindisini di mettersi gratuitamente a disposizione dei pazienti per far vivere loro un momento di vera connessione con il mondo degli antichi mestieri e delle antiche arti. Le adesioni sono state moltissime: la dottoressa Katiuscia Di Rocco, direttrice della Biblioteca Arcivescovile De Leo (che ha trasportato gli ospiti nel passato), Simonetta Membola e la sua collaboratrice Ylenia, esperte di bricolage (con le quali i pazienti hanno costruito degli angioletti messi poi in vendita per finanziare i progetti della Crap), il biologo Aldo Rizzo, il fotografo marino Giuseppe Lanotte, Giuseppe Magrì presidente della Flow Love Life Ocean APS (che si occupa di sviluppo sostenibile), l’attore Luigi D’Elia, con la magia del suo teatro, le psicologhe Calopreso e Pignatelli, che hanno parlato di comunicazione assertiva, il fornaio Salvatore Internò, con il quale gli ospiti hanno preparato i dolci tipici del Natale, il cantautore GianLuigi Cosi, la direttrice della scuola CEF Jenny Toscano che con la sua squadra di collaboratrici ha rifatto il look a tutti, la fotografa Donatella Urgese, l’azienda di trasporti Rialbus di Luigi Allegrini, l’Azienda Agricola Pugliese Velia con il suo negozio “C’era una volta” e la dietista Grazia La Brocca, con la quale hanno scoperto l’importanza di un’alimentazione sana.
Secondo la fredda e grigia descrizione che ne dà la Legge Regione Puglia numero 4457 del 1997, una Crap è una struttura residenziale con finalità terapeutiche-riabilitative che ospita pazienti tra i diciotto e i sessantacinque anni affetti da patologia psichiatrica, con basso-medio grado di autonomia individuale nelle attività di base della vita quotidiana e con difficoltà nella vita relazionale. Solitamente si tratta di persone uscite da un ricovero ospedaliero o che hanno avuto una crisi mentre erano in famiglia. Il loro tempo di permanenza in struttura viene stabilito dal Centro Servizi Mentali della Asl. L’obiettivo del ricovero in una Crap è il recupero funzionale e sociale del paziente psichiatrico, con lo scopo finale del reinserimento sociale e lavorativo e, comunque, del raggiungimento del massimo livello di autosufficienza personale, sociale e lavorativa acquisibile.
Sin qui arriva il burocratese, con tutti i suoi limiti. A dare colore e luce a quel sole di cui la Crap brindisina porta il nome greco, ci sono, invece, le parole di coloro che insieme a quei pazienti vivono la quotidianità di una condizione personale, familiare e sociale difficile e spesso stigmatizzata: “una struttura dove ogni giorno proviamo ad aiutare i nostri pazienti a rialzarsi e a riprendere in mano la propria vita per farne un capolavoro”, così la definiscono le operatrici (quattordici, compresa la coordinatrice, la dottoressa Tiziana Sgura), che con Mestierando hanno offerto ai loro “ragazzi” un’occasione di conoscenza, confronto e reciproco scambio con il mondo esterno.
“Il miracolo di Natale”, dicono le operatrici, “quest’anno non è avvenuto nella 34ª Strada, come nel famoso film americano, ma in via Taranto numero 102, sede della nostra struttura. Abbiamo confidato nella generosità dei concittadini, avendo la faccia tosta di chiedere la loro disponibilità. Ci piaceva l’idea di fare riferimento agli antichi mestieri, quelli fatti non tanto o non solo per un ritorno economico, quanto per il bene dell’intera comunità. Quelli che si tramandavano come un’arte, in cui il ragazzo mandato a bottega quell’arte la metteva da parte per tutta la vita. Ecco, abbiamo chiesto a tutti questi artigiani, di portarci il loro mestiere a domicilio, per consentire a tutti i nostri utenti, anche chi si muove con difficoltà, di beneficiarne. E gli esperti hanno accettato di portare in struttura la loro arte, interrompendo la routine delle nostre giornate con un’ora di incontro gratuito. Storici dell’arte, artisti di strada, fioristi, fotografi, biologi marini, sarti, attori, dietisti, truccatori e parrucchieri: una variegata rappresentanza di quello che di bello e buono è capace di fare l’uomo”, spiegano ancora le professioniste che operano nella struttura.
Ma i miracoli non sono finiti: i laboratori esperenziali, con tutta la loro portata dirompente nella rigida routine dei pazienti, proseguiranno sino a maggio con tutti gli altri artisti ed esperti che si sono resi disponibili: la Compagnia Girovaghi con uno spettacolo inedito, l’animatrice sociale Cristiana Zongoli, il sarto di “Ago e Filo”, il prof. Teodoro De Giorgi, l’agronomo Vincenzo Pugliese, il madrelingua inglese Cristian Pellegrini, l’apicoltore Andrea Turrisi, la fiorista Monica Monet. “Ci aspettano mesi ricchi di esperienze sicuramente indimenticabili, ma quello che sta riscaldando i nostri cuori è la risposta immediata, generosa, senza ripensamenti di tutti coloro che hanno aderito al nostro invito”, aggiungono ancora le operatrici.
Il messaggio più commovente, però, arriva direttamente dagli ospiti: Mary, Simone, Mario, Mariagrazia, Fernando, Maria, Giovanna, Marcella, Franco, Mariella e Gianfranco lo affidano alle loro attente compagne di viaggio in questo tragitto di recupero di sé, pregandole di diffonderlo. Noi lo riportiamo senza modificarlo, con la punteggiatura e le maiuscole che loro stessi hanno scelto: “GRAZIE, siamo molto contenti della vostra visita nella nostra struttura; GRAZIE per il vostro tempo che per noi è stato prezioso; GRAZIE per la vostra disponibilità che ci ha riscaldando il cuore; GRAZIE per la vostra ricchezza, che ci ha entusiasmo… siete ANIME ARTISTICHE e vi ringraziamo per averci donato la vostra MAGIA!”.
Marina Poci
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