Lecce, morì dopo seduta di chemioterapia: chiesto il processo per 5 medici

Si terrà il 15 gennaio prossimo, davanti alla Gup Maria Francesca Mariano, l’udienza preliminare del processo sul decesso del 59enne tarantino Francesco Sebastio, sottufficiale della Marina Militare, morto nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce dopo essere stato sottoposto al primo ciclo di chemioterapia per la cura di un linfoma di Hodgkin: il sostituto procuratore della Repubblica di Lecce Alessandro Prontera ha chiesto il rinvio a giudizio per cinque degli undici medici del reparto di Ematologia che ebbero in cura l’uomo.
Due di loro rispondono di lesioni colpose, mentre tre sono accusati di omicidio colposo.
Sebastio, dimesso dopo la seduta chemioterapica, a seguito di forti dolore e febbre fu costretto a tornare in ospedale, dove morì per un grave shock emorragico il 20 gennaio dello scorso anno.
L’inchiesta partì dalla denuncia di moglie e fratello della vittima, che chiedevano alla Procura di indagare sull’adeguatezza dei trattamenti diagnostici e terapeutici a cui il sottufficiale fu sottoposto prima e dopo la seduta.
Secondo il PM, nel trattamento di Sebastio vi fu violazione di alcune linee guida: in particolare, ai primi due medici viene contestato di aver somministrato un farmaco senza attendere i risultati di laboratorio, quindi omettendo di monitorare adeguatamente il quadro clinico pre-chemioterapico della vittima e le sue condizioni effettive di salute; agli altri tre di aver somministrato al paziente terapia anticoagulante in un dosaggio inappropriato, omettendo di ponderare e individualizzare rispetto al concreto quadro clinico del paziente la profilassi del tromboembolismo.
Marina Poci
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