Nuova udienza presso la Corte d’Assise di Brindisi oggi, 22 ottobre, del processo che vede imputato Cosimo Calò, accusato del duplice omicidio del fratello Antonio e della moglie Caterina, avvenuto a Serranova il 28 febbraio 2023: durante il dibattimento è emerso che il testamento olografo con il quale un terzo fratello Calò, Angelo, dichiarava suo erede universale Antonio è autentico. Il testamento, scritto con mano incerta da Angelo mentre era ospite di una casa di riposo di Ostuni, e in cui dichiarava inaspettatamente di lasciare a Tonino la sua casa e buoni fruttiferi per 100 mila euro, rappresenterebbe, secondo la ricostruzione del pm Francesco Carluccio, che ne ha rivelato l’autenticità, uno dei motivi per cui Cosimo decise di ammazzare il fratello beneficiario e la moglie, uccidendoli a fucilate. Perplessità sulla genuinità del documento erano state espresse anche dagli altri componenti della famiglia, al punto che la sorella Maria Vincenza, convocata in aula come teste, ne è apparsa sorpresa in quanto era noto quanto Angelo non avesse alcuna intenzione di lasciare i suoi beni ai parenti.
Nel corso dell’esame davanti alla Corte presieduta da Maurizio Saso, la donna ha evidenziato il ruolo centrale che aveva assunto nella famiglia l’altro fratello Carmelo, definito leader e forte, e di quanto Tonino, invece debole e fragile, dipendesse completamente da lui.
Nell’udienza sono stati sentiti come testimoni anche l’ex consigliere comunale di Carovigno, Antonio Pagliara, amico della vittima, che ha parlato dell’altra questione centrale, quella del piccolo terreno che Tonino aveva acquistato da Cosimo ma che non gli era stato riconosciuto, e Romeo Ruggiero, l’uomo dal quale Cosimo, dieci giorni prima di compiere il duplice delitto acquistò in maniera legale il fucile calibro dodici a canne sovrapposte con il quale massacrò il fratello e la cognata.
Gianmarco Di Napoli
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