Maruggio: aggredita in Guardia Medica, dottoressa rassegna le dimissioni

Una dottoressa di 32 anni in servizio presso la Guardia Medica di Maruggio, nel Tarantino, è stata aggredita dai genitori del piccolo paziente che stava visitando la notte tra sabato e domenica scorsi e, per questo, ha rassegnato le proprie dimissioni dall’incarico: “non riuscirei più a lavorare serenamente senza la presenza di un minimo di vigilanza”, ha scritto la dottoressa, aggiungendo “ho avuto proprio paura perché, se non fossero arrivati gli infermieri del 118 non so cosa sarebbe potuto accadere”.
In effetti soltanto il tempestivo intervento del personale in servizio in ambulanza ha evitato conseguenze peggiori, considerato che dalla violenza verbale (condita con minacce di morte) la coppia è rapidamente passata all’aggressione fisica, tanto da provocare alla professionista – oltre che uno stato d’ansia reattiva – un trauma alla spalla destra.
Secondo quanto riferito dalla giovane dottoressa, i due, villeggianti in una delle marine di Maruggio, si sarebbero recati in Guardia Medica con il loro bambino intorno alle tre della notte asserendo che il piccolo avesse un problema all’occhio, forse causato da un corpo estraneo. Nonostante la professionista li abbia rassicurati sul fatto che l’occhio del figlio non presentasse alcun tipo di problema, hanno inveito contro la sanitaria e l’hanno poi ripetutamente strattonata.
Solidarietà alla dottoressa, che ha poi sporto denuncia contro i suoi aggressori, è stata manifestata dalla direzione strategica di ASL Taranto e dai sindacati di categoria.
“L’aggressione alla collega di Maruggio è un fatto gravissimo e inaccettabile. Non è tollerabile che chi si dedica alla salute dei cittadini sia esposto a simili pericoli senza alcuna protezione,” ha dichiarato Giovanni Maldarizzi, segretario generale della UIL FPL Taranto, precisando che è stato chiesto da parte dell’organizzazione sindacale un piano di sicurezza che preveda la presenza costante di vigilanza presso i presidi di continuità assistenziale e una maggiore attenzione al benessere psicologico degli operatori. “Episodi come questo non solo mettono a rischio la vita dei professionisti, ma compromettono anche la qualità del servizio offerto ai cittadini”, ha concluso Maldarizzi.
Marina Poci
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