
Il Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Taranto Giovanni Caroli ha condannato a sei anni di reclusione ciascuno tre giovani, tutti residenti a Palagiano, accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza di 23 anni: si tratta di Osvaldo Antonio Russo, di 23 anni; Cosimo Marinò, di 28; e Vito Latagliata, di 34 anni. IL processo è stato celebrato con rito abbreviato, che comporta una diminuzione di un terzo della pena concretamente applicabile. Il pubblico ministero Salvatore Colella aveva chiesto per i tre imputati. Il Giudice ha disposto per loro l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e il pagamento di una provvisionale di 20mila euro nei confronti della vittima, costituitasi parte civile.
Secondo la versione fornita agli inquirenti, la notte fra il 30 e il 31 agosto del 2024, la ragazza stava tornando a casa in compagnia di due amici, un uomo e una donna, con i quali aveva trascorso la serata in discoteca. Durante il tragitto furono avvicinati da un’auto con a bordo i tre arrestati che offrirono loro un passaggio. L’invito fu accettato accettato perché il gruppetto conosceva uno dei ragazzi nell’auto. Gli amici della 23enne furono accompagnati a casa per primi mentre la giovane, rimasta sola in auto, fu condotta in campagna e violentata, malgrado la 23enne implorasse il branco di risparmiarla.
Dopo avere abusato di lei, i tre la riportarono nei pressi della sua abitazione, facendola scendere dall’auto poco prima di arrivare, minacciandola e intimandole di non raccontare nulla. La ragazza, però, chiamò suo fratello e insieme a lui raggiunse l’ospedale dove i medici accertarono la violenza sessuale e attivarono il protocollo previsto nei casi di violenza, contattando le forze dell’ordine. Russo, Marinò e Latagliata furono arrestati poche ore dopo dai Carabinieri.
I tre uomini furono definiti dal sostituto procuratore della Repubblica di Antonio Natale “autentici predatori sessuali”, mentre il Giudice per le indagini preliminari Francesco Maccagnano, nel convalidare l’arresto, parlò di “totale indifferenza all’altrui dignità” da parte degli odierni imputati.
Immediatamente dopo aver consumato la violenza, i tre tentarono di manipolare la giovane cercando di indurla a credere che avesse acconsentito agli atti sessuali precedentemente subiti.
Marina Poci