Materdomini, una chiesa sul mare al posto della vecchia stazione meteo

di Alessandro Caiulo

Ha trovato conferma la notizia che a breve verrà posta la prima pietra della costruzione della chiesa parrocchiale del quartiere Materdomini sul litorale nord di Brindisi, fino ad ora sprovvisto non solo di una propria chiesa, ma anche di qualsivoglia altra struttura di aggregazione sociale, per cui prima ancora di bollare questa iniziativa della Curia brindisina, come si è fatto da qualche parte, come un inutile spreco di risorse è meglio riflettere adeguatamente sull’importanza di far vivere un rione che, al di fuori della stagione estiva, quando i suoi lidi si riempiono di gente, rischia di essere un quartiere dormitorio pur se popolato da oltre tremila anime.
Fra l’altro, da una ricerca compiuta con il valido supporto del valente storico brindisino prof. Giacomo Carito, è emerso che fino a due secoli addietro, nell’area dove negli anni sessanta/settanta vi era il parco giochi di Babylandia, insisteva una chiesa medioevale di una certa rilevanza, intitolata inizialmente a alla Madre di Dio, in latino Mater Domini, da cui l’intera zona ha preso il nome, rimasto anche quando, intorno al XVII secolo la chiesa fu dedicata a San Leonardo, in ragione dell’arrivo di alcuni eremiti che si ispiravano, appunto, a tale santo.

Dalle descrizioni presenti in alcuni testi antichi ci viene detto che era ubicata quasi sul mare, nel porto medio della città, ad est del Santuario di Santa Maria del Casale, dedicato a Maria Bambina, di fronte all’isola di Sant’Andrea, quando ancora non vi era la diga di Bocche di Puglia che l’univa alla terraferma.
Per alcuni decenni fu luogo di culto della colonia greca detta degli armatoloi, un paio di centinaia di nuclei famigliari provenienti da oltre mare alla fine del XVIII secolo per ripopolare la città e coltivare i campi, per volere di Ferdinando IV Re di Napoli.
Annibale De Leo, arcivescovo di Brindisi ed insigne studioso scrisse nel 1804 che in questa zona (Materdomini) una parte dei coloni prese abitazione, “accomodarono a loro modo la chiesa, occuparono l’adiacente abitazione, e si costruirono molte casucce di tavola” .
Pochi anni dopo, essendo la chiesa troppo fuori mano e lontana dal centro abitato di Brindisi, che all’epoca non fuoriusciva dalla antiche mura, a questa comunità di origine greca venne concesso l’uso della chiesa di san Antonio Abate, ora non più esistente, che sorgeva sull’omonima via.
Abbandonata a se stessa per oltre mezzo secolo l’antica chiesa di san Leonardo, già Santa Maria Mater Domini, andò in rovina e, a seguito delle leggi contro il clero in vigore dopo la conquista dei territori meridionali da parte delle truppe piemontesi, la chiesa e la vasta area che vi era attorno fu espropriata e fu ivi costruito il Sanatorio Marittimo, utilizzando, con ogni probabilità e come si usava fare all’epoca, le pietre con cui era stata costruita la chiesa per erigere le nuove costruzioni.
Fin qui il passato, per dire che si sta restituendo a Materdomini una chiesa che per secoli aveva già avuto.

La zona in cui sorgeva il santuario demolito nell’Ottocento

Passando ora al presente e con uno sguardo al futuro, abbiamo interpellato Don Giovanni Prete (nomen omen), il giovane e dinamico parroco di “Maria Regina degli Apostoli”, la denominazione che l’Arcivescovo di Brindisi ha scelto per la chiesa del quartiere Mater Domini, incurante della circostanza che per tutti i brindisini, anche per i secoli a venire, sarà chiamata familiarmente col nome del quartiere in cui sorge.
Quando, anni fa il nostro Arcivescovo, monsignor Domenico Caliandro che da poco aveva sostituito il suo predecessore Rocco Talucci, istituì la nuova parrocchia denominata “Maria Regina degli Apostoli” per servire dal punto di vista pastorale la zona di Materdomini ed il litorale a nord di Brindisi, un po’ a tutti è venuto da sorridere pensando che nella zona non vi era alcun edificio di culto che potesse ospitarla, né si riusciva ad ipotizzare che si potessero reperire suoli e fondi per poter procedere alla costruzione di una nuova chiesa. Ora, evidentemente, qualcosa è cambiato: ce ne vuole parlare?
Innanzi tutto va detto che quello di Materdomini è un quartiere nuovo, i cui abitanti sono per gran parte famiglie con bambini oltre che, ovviamente, anche gente più anziana ed essendo sorto quasi spontaneamente, cioè senza una vera e propria programmazione, sulla strada che conduce alle spiagge del litorale nord di Brindisi, manca di un qualsiasi centro di aggregazione, al punto che, escluso il periodo estivo in cui i ragazzi e, più in generale la gente, va a mare, negli altri periodi dell’anno, specie chi non può muoversi facilmente per raggiungere altre zone della città, viene a trovarsi quasi isolato. Ecco, la parrocchia, oltre che centro di spiritualità, viene ad essere anche punto di aggregazione sul territorio. E che non sembri un quartiere piccolo, con i suoi tremila residenti, dal momento che coprendo tutta la zona che va dal sottopasso fino ad Apani, oltre che ad essere quello territorialmente più vasto, in estate triplica le presenze. Contrariamente a quanto si è portati a pensare non ci abitano solo famiglie benestanti, ma in alcune zone c’è da venire incontro anche a situazioni disagiate anche se, sicuramente meno che in altri quartieri della città.

Ed è per questo che è sorta l’esigenza di una chiesa parrocchiale nuova?
Per questo ed anche perché sono proprio i residenti che l’hanno chiesta e la vogliono ed il nostro Arcivescovo fin da subito ha accolto favorevolmente questa richiesta e si è prodigato perché possa realizzarsi. Risale ad otto anni fa la creazione della parrocchia “Maria Regina degli Apostoli” la cui sede provvisoria è presso il Santuario di Santa Maria del Casale, ma che ha usufruito anche della ospitalità inizialmente del porticciolo Turistico e poi di un locale privato ove celebrare la Santa Messa.

Qualcuno, commentando le prime notizie di stampa relative alla futura costruzione della chiesa nello stupendo scenario di Cala Materdomini, ha quasi deriso questa scelta facendo i soliti discorsi qualunquisti che si tratta di spreco di risorse utilizzabili diversamente, che una chiesa davanti alle spiagge non ha senso, sono altre le priorità, aggiustiamo le strade, etc. Cosa si sente di rispondere a difesa dell’opportunità di questa scelta?
Come ho accennato prima il quartiere, il quale fino ad ora ne è privo, verrà dotato di un vero e proprio centro di aggregazione dal momento che non trattandosi di un santuario isolato, ma di una vera e propria parrocchia, ben calibrata sulle esigenze del quartiere, sarà munita non solo dell’edificio di culto vero e proprio dove si celebrano i sacramenti, ma anche delle aule per il catechismo dei bambini e dei ragazzi e altri locali deputati agli incontri oltre alla casa canonica, in modo che la nostra presenza sul territorio sia costante e la gente possa sempre contare su noi sacerdoti.

Don Giovanni Prete

Veniamo, ora, a una domanda più pratica: che tempi ci sono per la posa della prima pietra e per la realizzazione della nuova chiesa parrocchiale che, indipendentemente dal nome che a suo tempo è stato scelto, per la sua ubicazione sarà per tutti i brindisini la chiesa di Materdomini?
Va precisato che originariamente il progetto era stato pensato per essere realizzato su un suolo privato lungo via Materdomini ed era anche un po’ faraonico, nel senso che prevedeva una grande costruzione ed una moltitudine di altri locali, sicuramente eccessivi rispetto alle reali esigenze. Il che lo avrebbe reso anche molto più dispendioso oltre che più difficile da realizzarsi. In tempi più recenti abbiamo individuato un suolo adatto allo scopo, che si affaccia su cala Materdomini all’altezza della Conca che era di pertinenza dell’Aeronautica Militare che fino a qualche anno fa utilizzava per le rilevazioni metereologiche. Tale terreno è stato restituito al demanio a cui la nostra Arcidiocesi ha presentato formale domanda per l’acquisizione ed entro la fine del corrente anno ci verrà consegnata e si potrà procedere secondo tempi tecnici per cui in un paio di anni si potrebbe vedere realizzata la nostra “parrocchia del mare” a disposizione tutto l’anno dei residenti e di chiunque altro volesse frequentarla e, in estate anche dei tanti turisti che amano frequentare i luoghi di culto e partecipare all’Eucarestia. A questo proposito voglio ricordare che da anni, proprio nel periodo estivo oltre a celebrare la Messa in Santuario, le domeniche e gli altri giorni festivi, la celebriamo, a turno, nelle principali spiagge del litorale brindisino, facenti parte del nostro vastissimo territorio parrocchiale e sono celebrazioni sempre molto partecipate.

Abbiamo accennato al fatto che la sede provvisoria della parrocchia è presso il Santuario di Santa Maria del Casale che, oltre che essere una delle più belle chiese al mondo, è anche monumento nazionale risalente al XIV secolo e meta incessante non solo di pellegrini ma anche di semplici turisti. Come è trovarsi all’interno di un luogo sacro così pregno di arte e storia?
Quel che rappresenta da tutti i punti di vista questo Santuario mariano non lo scopro certamente io e, in effetti la sua apertura costante ed ininterrotta dalle 8,30 del mattino alle 20,00 di sera serve non solo a chi si vuole fermare un attimo per una preghiera o una meditazione ma anche ai tanti che vengono a visitare la chiesa e godere della bellezza dell’architettura e dei suoi affreschi. Soffermandomi, ovviamente, sull’aspetto spirituale in questa Chiesa è forte la venerazione di Maria Bambina a cui si rivolgono con fede le donne che desiderano avere un figlio, le partorienti e le giovani mamme, e tante sono le grazie che nei secoli ha dispensato. Voglio precisare che oltre alla statuetta che fu donata personalmente dal papa Paolo VI negli anni sessanta, vi è una grande pregiata tela raffigurante la nascita di Maria, con sant’Anna e San Gioacchino, realizzata da Giampiero Zullo nel 1617, che fu scoperta attorno alla fine dell’ottocento e che per lungo tempo è stata ospitata in sacrestia. Il che dimostra quanto sia antica e sentita questa devozione per Maria Bambina. Inoltre si narra che lo stesso san Francesco in occasione del famoso viaggio in Terra Santa, soggiornò in una chiesetta rurale che era situata dove ora c’è il Tabernacolo ed una piccola statuetta del poverello di Assisi ce lo ricorda. Stante la bellezza innegabile del Santuario e la sua altrettanto innegabile spiritualità, è molta la gente, anche non della parrocchia, che chiede di celebrare le nozze qui: una media di una cinquantina di matrimoni l’anno oltre le tante prime comunioni. Voglio evidenziare che il Santuario ospita da due anni la comunità religiosa missionaria femminile, “Servitori del Vangelo”, il cui carisma è proprio quello di annunciare il Vangelo e svolgere pastorale vocazionale nella città di Brindisi.

La vecchia stazione meteo dismessa

Un’ultima domandaa beneficio di chi ancora non la conosce: chi è Don Giovanni Prete?
Sono nativo di san Vito dei Normanni, svolgo la funzione pastorale di parroco qui alla parrocchia di “Maria Regina degli Apostoli” da poco più di tre anni, provenendo da una analoga esperienza, durata quattro anni, a Guagnano, Provincia di Lecce, ma Diocesi di Brindisi; a Brindisi c’ero già stato agli inizi della mia vita sacerdotale come vice parroco al quartiere Perrino e poi vice rettore al Seminario, poi, prima di Guagnano, sono stato per tre anni vice parroco a Veglie. Mi piace stare tra la gente ed evangelizzare e devo dire che a Brindisi, anche se è una città particolare che ha quasi smarrito il senso religioso, una volta che si instaurano buoni rapporti umani è facile conquistare la fiducia della gente e poter lavorare bene anche dal punto di vista pastorale. In quest’ottica, la futura parrocchia, che fungerà anche da centro di aggregazione del quartiere, non potrà che facilitare pure l’opera di evangelizzazione fra le gente.