Sono passati dodici anni da quel giorno in cui, davanti all’ingresso laterale dell’istituto professionale Francesca Laura Morvillo Falcone di Brindisi, una bomba artigianale, posizionata in un cassonetto dell’immondizia dall’altro lato della strada, esplose, innescata dal telecomando in mano all’imprenditore 69enne di Copertino Giovanni Vantaggiato: morì per le conseguenze di quell’esplosione, la sedicenne mesagnese Melissa Bassi, appena scesa dal bus che l’aveva portata alla scuola che amava e che frequentava con profitto.
Erano le 7:43 del 19 maggio 2012 e la giovane Melissa, che riportò ustioni di quarto grado sul 90% del corpo, si spense un’ora più tardi nel Pronto Soccorso dell’ospedale Perrino di Brindisi, invaso dalle altre studentesse ferite, alcune in modo gravissimo, dalle forze dell’ordine, dai compagni sotto shock e dai famigliari in attesa di ricevere notizie.
Il Morvillo Falcone e il Comune di Mesagne ricorderanno Melissa Bassi domani, 20 maggio, prima nella scuola brindisina, dov’è previsto per le 9:15 un momento di riflessione, e poi nella città messapica dove sarà celebrata una messa nella Chiesa Madre, a cui seguirà una visita al cimitero.
Per l’attentato del 19 maggio 2012, Vantaggiato, reo confesso, è stato condannato all’ergastolo per strage aggravata dalla finalità terroristica: fece esplodere l’ordigno, da lui stesso assemblato con tre bombole riempite di nitrato di sodio, carbone e zolfo, per protestare contro una sentenza ritenuta ingiusta emessa nei suoi confronti dal Tribunale di Brindisi (la vicinanza del Morvillo Falcone al Palazzo di Giustizia brindisino, i cui ingressi si trovano ad appena 50 metri l’uno dall’altro, fu determinante per la scelta della scuola da colpire).
Marina Poci
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