
La seconda sezione penale del Tribunale di Brindisi (presidente Maurizio Saso, relatore Leonardo Convertini, a latere Simone Falerno) ha disposto l’applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale, con obbligo di dimora nella città messapica, nei confronti del mesagnese Giovanni Donatiello, pluripregiudicato, già condannato con sentenza irrevocabile per associazione a delinquere di tipo mafioso, in quanto esponente di spicco alla Sacra Corona Unita, e già sottoposto alla stessa misura a partire dal 1994.
Misura applicata per la prima volta soltanto nel 2018 quando Donatiello, che nel frattempo era stato arrestato, venne scarcerato per fine pena (per poi essere nuovamente sottoposto a custodia cautelare per estorsione aggravata dal metodo mafioso e ancora per associazione a delinquere di tipo mafioso).
Nel rivalutare la complessa situazione di colui che nell’ambiente è conosciuto come “cinque lire”, il Tribunale, oltre che della assoluta mancanza di segni concreti di dissociazione dalla SCU (malgrado l’iscrizione all’università), ha tenuto conto delle sentenze di condanna, anche non irrevocabili, intervenute medio tempore (la più severa delle quali, non definitiva, a 22 anni di reclusione sempre per reati di mafia, inflittagli ad ottobre 2024 dalla prima sezione penale del tribunale messapico), nonché di un procedimento disciplinare che lo ha colpito nel periodo di carcerazione cautelare e delle ripetute violazioni degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale nel periodo successivo al 2018.
Da tanto i magistrati hanno desunto la persistente pericolosità di Donatiello, confermando l’attualità della misura di prevenzione.
Marina Poci