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Modena, omicidio Legari: fissata udienza preliminare

La Giudice del Tribunale di Modena Alessandra Piermarini ha fissato per il prossimo 17 ottobre l’udienza preliminare del processo per l’omicidio volontario e l’occultamento del cadavere dell’imprenditore 54enne di San Pancrazio Salentino Salvatore Legari, scomparso nel pomeriggio del 13 luglio del 2023 a Lesignana, frazione di Modena: unico indagato è l’idraulico 39enne Alex Oliva, nella cui abitazione Legari si era recato per riscuotere il compenso (una somma di denaro ammontante, forse, a 20mila euro) per i lavori di efficientamento energetico che aveva svolto nelle settimane precedenti insieme al proprio socio e per recuperare gli attrezzi edili che aveva lasciato.
Secondo la prospettazione della Procura, la cui tesi fu sposata dalla Giudice per le indagini preliminari nell’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere a carico dell’indagato, proprio il rifiuto di Oliva di corrispondere all’imprenditore la cifra pattuita sarebbe il movente dell’uccisione, avvenuta quello stesso pomeriggio nella villetta che era stata teatro di quei lavori.
In quella villetta si è scavato, purtroppo senza esito, in più di un’occasione: coadiuvati dalle unità cinofile, Carabinieri, Vigili del Fuoco e Protezione Civile, seguendo il fiuto dei cani molecolari, hanno cercato, senza trovarlo, il corpo di Legari o almeno qualche traccia della sua presenza sul terreno che circonda l’abitazione.
Il telefono dell’imprenditore agganciò sino alle 19,31 la cella sita alle spalle dell’abitazione dell’indagato (squillando a vuoto a partire dalle 16,19). Dopodiché, dalla serata del 13 luglio sino alle 10 del 14 il telefono agganciò la cella di Sassuolo, corrispondente all’area vicina al fiume Secchia in cui, nove giorni dopo, fu ritrovato il furgone Jumpy bianco che l’imprenditore utilizzava per i suoi spostamenti di lavoro.
Il veicolo era quindi ad una distanza di circa 25 chilometri da Lesignana, parcheggiato sulla pubblica strada (via Cinque Giornate di Milano, per la precisione), in divieto di sosta (con tanto di multa infilata tra il tergicristallo e il parabrezza): all’interno, insieme ad alcuni indumenti e alle carte di credito, c’erano un paio di auricolari, dai quali pare che l’uomo non si separasse mai, ritrovati sul sedile passeggero, un’agenda e una matita, strumenti che utilizzava per ragioni lavorative, che erano nel cruscotto.
Stando a quanto emerso da una perizia foto-antropometrica disposta dalla Procura modenese sui fotogrammi estratti dai sistemi di videosorveglianza della zona, che hanno catturato l’immagine del furgone dell’imprenditore, a guidare il Jumpy da Lesignana a Sassuolo quella sera non c’era Legari, ma Alex Oliva che, per depistare gli inquirenti, dopo avere ucciso il salentino presso la propria abitazione, ne avrebbe indossato la maglietta nera e si sarebbe disfatto del corpo, probabilmente occultandolo, insieme al cellulare (anch’esso mai ritrovato), nei pressi del vicino Secchia.
Oltre alle risultanze della perizia foto-antropometrica e ai tabulati telefonici dell’utenza intestata a Legari, c’è un altro elemento che induce a sospettare di Oliva: quando i Carabinieri andarono nella villetta dell’uomo per acquisire i filmati di videosorveglianza, scoprirono che l’hard disk dell’impianto era stato sostituito. L’ipotesi è che Oliva avesse voluto impedire l’acquisizione delle immagini di quanto accaduto sul cantiere una volta che Legari pretese il pagamento dei lavori.
Oliva, che è in carcere dallo scorso 14 gennaio, continua a professarsi innocente.
Da più di due anni i due figli avuti dalla ex moglie, gli anziani genitori e le sorelle Nunzia, Floriana e Valentina, chiedono insistentemente di poter avere il corpo di Salvatore Legari per celebrare i funerali e dargli sepoltura.
Marina Poci