
Stando alle risultanze dell’autopsia effettuata all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Foggia, sarebbe stata uccisa con un colpo di martello sul cranio, che avrebbe provocato una copiosa emorragia cerebrale, la tartaruga caretta caretta ritrovata morta sul litorale di Mola di Bari: l’esemplare, già salvato una volta da alcuni pescatori di Bisceglie e curata nel Centro Recupero tartarughe marine del WWF di Molfetta, era stato liberato nelle acque di Trani l’1 gennaio 2024.
Lo ha confermato il referente del Centro, Pasquale Salvemini, il quale ha dichiarato che non si tratta di un caso isolato: sembra, infatti, che spesso le tartarughe rimangano impigliate nelle reti da posta non autorizzate di pescatori abusivi (“delinquenti del mare”, li definisce Salvemini) e si dimenino per cercare di svincolarsi, rovinando o strappando le reti e, “per vendetta si ritrovano con un oggetto contundente conficcato nel corpo o peggio ancora, uccise”.
Il Centro molfettese ha denunciato l’accaduto sui social nel tentativo di sensibilizzare alla tutela della specie e di favorire una sorta di alleanza protettiva con “i veri pescatori”, le cui segnalazioni sono imprescindibili per evitare il ripetersi di simili situazioni di violenza: “Questa caretta caretta uccisa a martellate era stata recuperata proprio da uno di loro, e ogni anno ne salvano circa 400. Il loro supporto è fondamentale”.
Marina Poci