
Proseguono le indagini sulla morte di Michele Mastropietro, il rapinatore morto il 12 giugno scorso nelle campagne di Grottaglie dopo due scontri a fuoco con le forze dell’ordine, ritenuto il killer del brigadiere capo dei Carabinieri Carlo Legrottaglie: nel corso del conferimento dell’incarico per lo svolgimento dell’autopsia, da parte del PM procedente ai due poliziotti indagati per l’omicidio colposo di Mastropietro è stato notificato l’avviso che li indica come persone offese dai reati di tentato omicidio e di lesioni gravi, in quanto al loro indirizzo sono stati sparati numerosi colpi di pistola da parte dei fuggitivi e, durante l’inseguimento e la successiva sparatoria, hanno riportato diverse ferite.
I reati vengono contestati a Camillo Giannattasio, il malvivente catturato, in concorso con Mastropietro, sul cui corpo in queste ore il medico legale Roberto Vaglio sta effettuando l’esame autoptico.
Nel procedimento i due Falchi 50enni del Commissariato di Grottaglie assumono quindi la doppia veste processuale di indagati e di persone offese, posizioni che secondo la difesa risulterebbero – almeno astrattamente – incompatibili l’una con l’altra: se, infatti, i due agenti hanno sparato per difendersi, perché a loro volta oggetto di spari, cadrebbe la contestata ipotesi di reato di omicidio colposo per eccesso nell’uso delle armi.
Marina Poci