
Il giudice monocratico del Tribunale di Lecce Pietro Baffa ha condannato alla pena di tre anni e sei mesi di reclusione una maestra di sostegno di una scuola primaria di Nardò per maltrattamenti aggravati, abuso dei mezzi di correzione e lesioni personali nei confronti di otto suoi studenti: la donna, una 56enne nel frattempo riabilitata all’insegnamento dal Tribunale del Riesame, li avrebbe ripetutamente sottoposti a violenze fisiche e psicologiche nel periodo che va da novembre 2018 a gennaio 2019.
Dall’istruttoria dibattimentale sono emersi diversi episodi in cui la docente avrebbe maltrattato i bambini creando nella classe un clima di terrore, addirittura impedendo loro di andare in bagno e costringendoli a trattenere i bisogni fisiologici (in qualche caso sarebbe stato dimostrato che i bambini si siano urinati addosso in aula).
Uno degli studenti ha riferito che la maestra lo picchiava con schiaffi dietro la nuca, lo prendeva per capelli – tanto da provocargli “buchi” sul cuoio capelluto – e lo tirava per la maglietta impedendogli di respirare; un altro è stato costretto a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso a causa di un ematoma alla testa causato da una “energica” tirata di capelli.
Il pubblico ministero procedente aveva chiesto la condanna a quattro anni e nove mesi.
Alcuni docenti, resa nota la notizia della condanna, hanno pubblicamente espresso la loro solidarietà alla collega elogiandone la dedizione al lavoro “testimoniata da una carriera ultraventennale dedicata agli alunni più fragili”.
Marina Poci