Nardò: perseguita il sindaco e gli ordina una bara, ricoverata in una REMS

Una giovane donna di Nardò, che versa in una condizione di particolare fragilità psicologica, è stata sottoposta al ricovero in una REMS (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) a seguito degli atti persecutori nei confronti del sindaco neretino Pippi Mellone: l’episodio che ha fatto scattare la misura, chiesta dal PM titolare del fascicolo e disposta dalla Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce Giulia Proto si è verificato nei giorni scorsi, quando la donna ha telefonato ad un’agenzia di pompe funebri ordinando due bare, una per il primo cittadino e una per sé. I dipendenti, cogliendo immediatamente che la richiesta proveniva da una persona che attraversa un momento delicato, hanno avvertito i Carabinieri. Già prima la giovane aveva minacciato il sindaco con messaggi e telefonate dal contenuto intimidatorio, con una pistola scacciacani e con un oggetto contundente. Sembra che nei giorni precedenti all’applicazione della misura, abbia addirittura allestito un altare funebre davanti allo studio professionale del sindaco, tirandogli contro delle uova.
“Oggi molti di voi hanno letto di una situazione difficile che mi ha coinvolto in prima persona: minacce di morte, stalking e atti inconsulti, inclusi una pistola scacciacani e un martello batticarne. Voglio rassicurarvi: sto bene e sono sereno. Il mio pensiero va alla concittadina coinvolta (e alla sua famiglia). Spero possa trovare le cure e la serenità che merita. Grazie per il vostro supporto. Insieme possiamo superare qualsiasi difficoltà”, ha commentato Mellone sui suoi profili social.
Marina Poci
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