Nave umanitaria Ocean Vicking attraccata al porto di Brindisi: a bordo 44 minori non accompagnati

Ha attraccato intorno all’1,30 di oggi, 29 novembre, al porto di Brindisi la nave umanitaria Ocean Viking, della ong SOS Mediterranee: sono sbarcate 48 persone, tra cui 44 minori non accompagnati, soccorse nei giorni scorsi in acque internazionali nel Mar Mediterraneo.
All’arrivo a Brindisi, i migranti sono stati accolti dal servizio coordinato dalla Prefettura e successivamente condotti nel Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo di Restinco a bordo di un bus della Brigata San Marco. Alle operazioni hanno partecipato la Polizia di Stato, la Capitaneria di Porto, l’Ufficio di Sanità Marittima, il 118, i Vigili del Fuoco, nonchè i volontari della Protezione Civile e della Croce Rossa Italiana. I minori saranno trasferiti presso i centri dedicati a Foggia ed Avellino.
Le persone soccorse si trovavano su gommone sovraffollato in una situazione di estrema precarietà e, stando a quanto riferito dall’equipaggio della ong, appena prima della conclusione dell’operazione, la Guardia Costiera libica si sarebbe avvicinata in velocità ed eseguendo manovre pericolose e generando per l’ennesima volta un’inutile e pericolosa tensione.
La nave inizialmente era diretta a Ravenna, ma poi è stata cambiata la destinazione a causa di un peggioramento delle condizioni meteo. A questo proposito, i responsabili di SOS Mediterranee, in aperta polemica con la decisione governativa, hanno scritto sui loro canali social “Imporre un porto così lontano, a 1575 km di distanza, è una decisione che aumenta inutilmente la sofferenza di queste persone, quasi tutti ragazzini, prolungando il loro viaggio di altri quattro giorni. Per chi è già stremato, fisicamente e psicologicamente, ogni ora in mare diventa un peso enorme da sopportare. Se non bastasse, questa prassi ormai consolidata di assegnare alle navi ONG porti lontanissimi si traduce in un vuoto operativo nel Mediterraneo centrale. Mentre la nostra nave è costretta a navigare verso nord e poi tornare indietro, il mare resta scoperto da un mezzo di ricerca e soccorso essenziale. Nel 2024, 76 giorni di inutili trasferimenti significano decine, forse centinaia di vite che avrebbero potuto essere salvate. Questa gestione non solo manca di umanità, ma solleva domande serie sulla reale volontà di affrontare ciò che accade ogni giorno nel nostro mare con pragmatismo e responsabilità. Ha senso tutto questo? La risposta è, evidentemente, no”.
Marina Poci
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