
Non ha mai ammesso nulla con gli investigatori (come era stato erroneamente scritto), anzi si dice totalmente estraneo a quell’accusa che da alcune settimane ha sconvolto la vita a lui e alla sua famiglia: il cinquantenne di Ostuni indagato per aver ferito a fucilate per strada, da un’auto in corsa, un gatto, in questo momento deve difendersi su due fronti. E quello giudiziario, paradossalmente, sembra essere quello meno complesso. Perché non solo si sente innocente ma è convinto di essere nelle condizioni di dimostrarlo.
Il fronte più grave e delicato è quello della gogna costruita nei suoi confronti sui social e nelle chat, dove viene additato come un assassino di animali. “Io invece gli animali li adoro, ho un cane e un gatto”, spiega nello studio del suo legale, l’avvocato Antonello Anglani.
“La cosa più devastante è che in questo tritacarne mediatico sono coinvolti la mia famiglia, i miei figli e mia moglie. Siamo devastati. Il solo camminare per il paese e sentirsi additato come un assassino di animali è terribile e ingiusto”.
L’avvocato Anglani, che attende di conoscere quali siano gli elementi a carico del suo assistito, è molto chiaro: “Premesso che anch’io condivido il sentimento degli animalisti quando una bestiola viene maltrattata, devo però ricordare che la Costituzione garantisce la presunzione dell’innocenza sino al terzo grado di giudizio. Qui l’accusa non è stata ancora neanche formulata, ma si parla di ipotesi di reato che noi saremo in grado di smentire. Il mio assistito è del tutto estraneo, lo ribadisco. Ma nel frattempo una persona, anzi un’intera famiglia, vivono questo incubo”.
Gianmarco Di Napoli