Omicidio di Paolo, l’autopsia chiarirà una parte del giallo

di Gianmarco Di Napoli

L’esame autoptico in programma sabato mattina, alle 9.30, presso l’obitorio di Francavilla Fontana metterà il primo, vero, punto fermo nelle indagini sulla morte di Paolo Stasi, il ragazzo di 19 anni ucciso a colpi di pistola mercoledì dell’altra settimana, sotto casa sua, in via Occhi Bianchi. La scelta del pm Giuseppe De Nozza non è stata casuale: il medico legale è il professor Raffaele Giorgetti dell’Università delle Marche, anatomopatologo e tossicologo, una sorta di luminare che negli ultimi dieci anni ha collaborato con gli inquirenti per omicidi di difficile soluzione in tutta Italia.
La scelta di affidare a lui l’incarico indica quanto il magistrato inquirente ritenga determinante l’autopsia per definire la dinamica di un delitto inconsueto anche nella sua esecuzione: dovranno essere definiti la distanza da cui il killer ha esploso i due colpi, la traiettoria e ovviamente il calibro delle pallottole utilizzate, che comunque non dovrebbe essere particolarmente elevato. Una scelta questa non comune per qualcuno che decide di andare a compiere un omicidio. Un’anomalia che si aggiunge al fatto che l’assassino, nonostante Paolo si fosse accasciato con la faccia sulle scale dopo essere stato raggiunto dal secondo colpo alla schiena, non ha esploso il cosiddetto “colpo di grazia” per essere certo di uccidere. Una certezza che con il solo colpo alle spalle non poteva avere. E in questo senso sarà importante stabilire se la morte sia stata istantanea o sia sopraggiunta successivamente, quando il killer era già scomparso dalla scena del delitto.
All’autopsia assisterà anche il medico legale nominato dalla famiglia di Paolo, Donato Sardano. Non ci saranno altri consulenti perché al momento non esistono ufficialmente indagati. La salma nel pomeriggio dovrebbe essere restituita finalmente alla famiglia che, a dieci giorni dal delitto, potrà allestire la camera ardente e successivamente la cerimonia funebre.
Venerdì mattina, intanto, a Francavilla, si è riunito il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal prefetto Carolina Bellantoni – in via straordinaria – presso Palazzo Imperiali, sede del Comune di Francavilla. Presenti tutte le massime autorità di sicurezza provinciali e i principali rappresentanti politici. Il procuratore di Brindisi Antonio De Donno ha parlato di “indagine complessa”, lasciando intendere che la soluzione non sarebbe imminente. Mancherebbero dunque gli elementi per procedere nell’immediatezza a un provvedimento restrittivo, che sia un fermo o un’ordinanza di custodia cautelare. Non essendoci immagini che riprendono in maniera oggettiva il killer al momento dell’omicidio, sarà necessario attendere che i tabulati telefonici siano acquisiti. Ed è evidente che, ammesso che gli investigatori siano riusciti ad accedere nella memoria dello smartphone di Paolo, non sono stati trovati elementi tali che possano giustificare un provvedimento nei confronti di qualcuno. Le indagini in questo caso si allargano ai tabulati telefonici, alla verifica sulle celle dei ripetitori che si trovano in zona e alle cosiddette “attività tecniche”.
Dal silenzio totale degli investigatori è emerso comunque un particolare importante: l’assassino non suonò al citofono, come era stato detto nelle ore successive al delitto, ma Paolo scese per incontrarlo, evidentemente dopo un appuntamento telefonico o via chat.
Questi sono gli elementi emersi. La speranza è che i carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana e del Nucleo operativo del comando provinciale di Brindisi, che si occupano delle indagini, ne abbiano molti di più.