Operaio ARIF morto a Ceglie Messapica: aperta inchiesta, sarà disposta l’autopsia

Omicidio colposo commesso in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro: è questa l’ipotesi di reato per la quale Alfredo Manca, PM della Procura della Repubblica di Brindisi indaga – per il momento contro ignoti – a proposito della morte di Mario Rotiglio, l’operaio ostunese di 66 anni che, nella prima serata di sabato 20 luglio ha perso la vita mentre era impegnato per conto dell’ARIF (Agenzia Regionale per le Attività Irrigue e Forestali), di cui era dipendente, nella bonifica di un terreno successiva a un vasto incendio spento dai Vigili del Fuoco nelle campagne tra Ceglie Messapica e San Michele Salentino.
Rotiglio, che lascia la moglie e due figli e sarebbe andato in pensione tra pochi mesi, è rimasto schiacciato dal tronco che stava ispezionando per mettere in sicurezza l’area, colpita da un rogo esteso per oltre dieci ettari, in cui sono andati a fuoco sterpaglie, vegetazione secca di bosco e persino molti ulivi colpiti da xylella e mai abbattuti. Nell’incidente sono rimasti coinvolti, senza gravi conseguenze, altri due operai, medicati all’ospedale Perrino di Brindisi. Per Rotiglio, invece, non c’è stato niente da fare: il trauma da schiacciamento lo ha ucciso pochi secondi dopo che il tronco lo ha travolto.
La salma dell’operaio si trova attualmente presso la camera mortuaria del cimitero di Ostuni, a disposizione della magistratura: sembra scontato che nelle prossime ore sarà disposta l’autopsia.
Sull’accaduto indagano i Carabinieri e i tecnici dello SPESAL (Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro) della ASL di Brindisi.
Marina Poci
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