Operaio salentino gravemente invalido: lavorava con 41 gradi, a processo titolari dell’impresa

Andranno a processo il prossimo 14 novembre, davanti al Giudice monocratico Andrea Giannone del Tribunale di Lecce, il titolare 78enne di un’impresa metalmeccanica di Specchia e suo figlio, un ingegnere di 48 anni, responsabile del servizio di prevenzione e protezione dell’azienda: i due rispondono di lesioni personali colpose gravissime e di violazione della normativa in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro in relazione all’infortunio occorso ad un operaio verniciatore di Lucugnano (frazione di Tricase) rimasto gravemente invalido dopo aver accusato un colpo di calore mentre era occupato in una cabina di verniciatura il 20 luglio 2023, con una temperatura esterna di 40,08 gradi.
L’uomo ebbe un malore e andò in coma: fu trasportato all’ospedale di Tricase, in cui gli furono diagnosticati una sincope da colpo di calore, un’insufficienza multiorgano e una temperatura corporea di 42,6 gradi.
Al risveglio, il 54enne presentava danni fisici che si sarebbero rilevati permanenti, tra cui la perdita dell’uso della parola (poi parzialmente recuperata), l’impossibilità di camminare (l’operaio si sposta infatti sulla sedia a rotelle) e l’obbligo di alimentarsi esclusivamente con cibi liquidi.
Gli ispettori dello SPESAL di ASL Lecce avrebbero accertato che i due imputati non valutarono correttamente i rischi per la salute dei lavoratori, tenuto conto delle condizioni climatiche in relazione alla specificità della mansione svolta dall’operaio.
Marina Poci
(immagine di repertorio)